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RESOCONTO dell’INCONTRO DI LETTERATURA SPONTANEA del 16 giugno 2023 a Monaco di Baviera su skype,

RESOCONTO dell’INCONTRO DI LETTERATURA SPONTANEA del 16 giugno 2023 a Monaco di Baviera su skype,

RESOCONTO dell’INCONTRO DI LETTERATURA SPONTANEA del 16 giugno 2023 a Monaco di Baviera su skype,
sponsorizzato da Società Dante Alighieri, Monaco di Baviera e.v.
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   Ci siamo collegati in 14, di cui 1 da Trois-Rivière, Québec (Canada), 3 dall’Italia e cioè da Caravaggio (Bergamo), da Perugia e da Cogoleto (Genova) e 7 da qui da Monaco, con provenienza da Alghero (Sassari) 2, da Livorno, da Salerno, da Gravina di Puglia, da Reichenbach, da Monaco e da Roma, 1 da Eichstätt e 1 sempre dalla Germania.
      I nostri incontri si stanno finalmente allargando, come da tempo speravo. Gli italiani e gli italianofili sono ormai quasi dappertutto ed incontrarci, con punti di vista così diversi, diventa sempre più affascinante. Le nostre storie s’intrecciano le une con le altre, formando la grande storia degli italiani emigrati, degli italiani rimasti e degli italianofili, collegarsi per crederci. La tecnica ci sta aiutando molto.
   Ripeto, non tutti i contributi all’incontro saranno probabilmente di vostro gradimento. Saltatene tranquillamente allora qualcuno, ma andate avanti fino in fondo, se solo potete:

- Eva di e da Monaco ci ha parlato del suo nuovo e ambizioso film-documentario sulla donna, sulla madre e sulla terra nella storia, dal presumibile titolo "Grande dea, ma madre tremenda". Per lei non è stato facile spiegarci meglio in italiano il significato del suo intrigante lavoro, ma ha promesso di prepararsi e di informarci presto.
Grazie Eva e buon lavoro.


- Così Loredana di Treviso, ma da Caravaggio:
"Amo di te
il tuo canto caldo
di mare d’estate
in sere d’inverno.

Amo di te
il tuo cuore truffato
di bimbo felice,
incartato nel tempo
dei grandi dolori,
che piange e batte
e grida e chiama
e correndo ancora
cerca i suoi baci
smarriti,
i brandelli di carezze.

Amo di te
le parole pigre
all’amore, legate
alla prua di speranze
mute, con nastri lucenti
verso porti incerti.

Di te, amo te.
Un’offerta speciale
che non potrò lasciare
al banco dei pegni.

14 dicembre 2022
PARLAMI DAL CUORE
Parlami dal cuore,
dove scorre caldo
il sangue
e il respiro
riprende il vigore.

Parlami dal cuore,
dove si fa canto
la voce
per dire la gioia
di averti accanto.

Parlami dal cuore,
perché solo così
potrò capire."

Grazie Loredana. Durante il periodo del covid si sono fatte tante inattese scoperte.


-  Così Anna di Genova, ma da Cogoleto:
"La chiave del mondo

Netta è la linea d’ombra
di un giorno di sole
di settembre.

Ma impalpabile
è il divisorio
fra ragione e caos,
sfere contigue
in un cielo di seta scura.

Il Quotidiano,
presenza assidua,
finzione consueta,
disperde la memoria
di respiri remoti
e ottuso ne mozza
il pulsare.

Più facile è condurre
la navicella della vita
in un mare pulito,
fra vele vagabonde,
che non affrontare il paradosso
e con lacrime inattese
muovere alla ricerca
della chiave del mondo.

Contro
l’opaco
acciaio
del cielo
un bianco
scorrere
d’ali.

C’è ancora
una boa
da doppiare.

Glauco
intanto
si gonfia
lo spumeggiante
respiro
del mare."

Grazie Anna, buon percorso allora....

- Così Lina di Laval, ma da Trois-Rivière, Québec:
"Sono stata severa con i figli, ma sono potuta andare nei ristoranti anche con tutti e quattro. Si sono sempre comportati bene.  Ci ho messo tanto sforzo nell’educarli, ma ho anche ottenuto un risultato, che posso vedere ancora oggi. Nei posti di lavoro sono apprezzati. Da piccoli, se la maestra chiedeva di scrivere 5 frasi in un compito, loro ne facevamo una in più. A 8 anni leggevo per loro i racconti di Maupassant. Quando il grande aveva 12 anni, siamo andati con la famiglia a vedere Il malato immaginario di Molière. A 4 anni sapevano contare in 4 lingue.

Il cattivo umore
Il cattivo umore s’impadronava di Pierpaolo appena alzato, o forse anche prima?
Mascelle serrate, molare contro molare, guance scavate e sopracciglia aggrottata, caratterizzavano la sua persona.
D’altronde come altro avrebbe potuto essere?
Tutte le persone lo esasperavano: con il loro modo di parlare, con quello che dicevano, con la frequenza delle loro parole o con il momento che sceglievano, che non era mai quello opportuno. Anche il loro lavoro non andava mai bene: il metodo usato è la finalità (la strada è la meta), perché lui soltanto aveva il giusto modo di fare le cose.
Sbuffava a proposito del minimo dettaglio, perché niente lo soddisfaceva. La felicità passava al di sopra della sua testa con regolarità e lui avrebbe dovuto alzare la mano per afferrarla. Ma invece lui la sfuggiva, perché fissava sempre l’orizzonte, appena la intravedeva.
Pierpaolo soffriva di solitudine e non capiva perché la gente lo evitava, senza mai cercarlo. Eppure lui faceva sempre tutto alla perfezione.
Più gli anni scorrevano e si accumulavano e meno quel treno della felicità tanto atteso si avvicinava.
Invano lui lo aspettava, dando la colpa agli altri, che non avrebbero dovuto fermarlo.
Adesso era arrivato alla soglia della vecchiaia e si aggrappava al cattivo umore, il suo amico più caro.
Siccome la felicità non passava più da lui, aveva ora una reale ragione di essere sempre di cattivo umore."

Grazie Lina e complimenti per la tua filosofia d’oltre oceano.


- Così Roberta di Salerno, ma da qui da Monaco:
"Credi, credi e credi ancora
alle immense alternative.
Credi in quel giovane instancabile:
In quei grandi occhi
ricchi di gioia di vivere,
nella capacità infinita di donare
perché un giorno
il mondo ti regalerà tutto.
Credi nella curiosità ed adoperati
per giungere alle risposte,
quelle intrecciate trame
ordine con sottile malizia.
Usa le mani, tue forti
per scavare negli animi,
liberati di cose di poco valore
e di tutta l’inutilità.
Fermati ad origliare il tuo silenzio,
odi quel che il cuore ti suggerisce
senza mai tralasciare
ciò che la ragione scarta.
Guarda sempre negli occhi,
fissando, il tuo antagonista
e prendi forza.
E sopra ogni altra cosa, nel più grande terrore,
mai calare lo sguardo.
Il suo discendere dovrà servire, unicamente,
a cercare le cicatrici,
a rammentare
gli errori ed i loro insegnamenti.
Non permettere che io senta la tua perplessità,
poiché ne potrebbero percepire presenza anche altri.
Che nessun momento sia di cedimento;
ci sarà il tempo  ancor lontano,
per la rinuncia.
Voglio che il tuo sia ingegno incorruttibile,
che tu sia lo scudiero intrepido,
il combattente impavido
e la legge che governa le cose sarà il vento amico
che ti sospingera’ verso la gloria.


Quando volgi i tuoi occhi alla natura
per ammirare l’incognita grandezza,
non soffermarti allo sbocciare del fiore,
con la paura che il sole dell’indomani
non lo troverà più in vita.
Così come, di una sinfonia,
non trattieni l’attenzione sul singolo elemento
ma ne godi l’armonia nel suo complesso:
ama ogni singola parte de mondo
con la stessa meraviglia di un bimbo,
perché tutte appartengono alla vita.

Grazie Roberta e in bocca al lupo.


- Sergio di Livorno, ma da qui da Monaco, ci ha parlato degli emigranti di una volta (a volte con la valigia di cartone) e di quelli di oggi (spesso con la cravatta). Ma per tutti vale comunque la massima che, meglio che fare domande e non ricevere risposte da parte degli organi costituiti, è meglio di cercare le risposte da sè.
Grazie Sergio per questa tua saggezza di vita.


- Francesco di e da Perugia ci ha parlato dell’attuale progressivo degrado della cultura, delle lauree comprate a pochi soldi e di come ci si possa sentire stupidi, dopo aver studiato 20 anni, in confronto a chi di questo non ha affatto avuto bisogno. Poi ci ha letto l’inizio del suo primo romanzo, non ancora pubblicato, che ora vuole però finire e presentare alle case editrici. Molti anni fa aveva iniziato ed anche inviato il romanzo ad alcuni suoi amici, che lo avevano letto e glil’avevano restituito, proponendogli ognuno un finale diverso. Ora sente che è arrivato il momento di completare l’opera.

Grazie Francesco e buon lavoro.

 
- Così Susanne della Turingia, ma da Eichstätt con MOLTITUDINE (Rosa Rosà)
Tratto da Giacomo Papi, Italica, Rizzoli, 2022.
Moltitudine fu pubblicato il 15 aprile 1917, primo contributo di Rosa Rosà per “L’Italia futurista” a cui seguirono altri testi e illustrazioni. Rosa Rosà – pseudonimo di Edith von Haynau – avrebbe pubblicato anche i romanzi La donna con tre anime e Non c’è che te!, ed esposto alla Grande Esposizione Nazionale Futurista di Milano del 1919 e all’Esposizione Futurista Internazionale di Berlino del 1922. Le sue opere sono andate perdute. Morì a Roma nel 1978:

"Altoforno sempre acceso della città. Spugna assorbente. Centro di tentacoli diramati nella lontananza. Lastra rovente che costringe ad un ballo incessante: i deboli arsi vivi consumati, i forti accelerati in tutte le loro facoltà.
La Città vista da lontano: dignitoso oceano con alcune sporgenze di calme cupole e torri: razzi formati dalla loro propria scia immobile pietrefatta congelata all’altezza di cinquanta o sessanta metri.
La Città vista da vicino: convulsione compressa e irradiazione di vitalità nell’atmosfera. In ondate quasi visibili, l’emanazione dei cervelli, la coscienza dei valori, le passioni acute galleggiano nello spazio.
Il cuore della città durante il giorno: centro ciclonico che aspira e risoffia lontano milioni di atomi vivi in un vortice incessante. Lavoro. Non si mangia non si dorme non si ama. Intelligenza pura Tutti camminano urtandosi come zolfanelli che si devono accendere. Non c’è posto per i deboli. Cervelli prolungati in una gigantesca ragnatela di fili elettrici. Un abile chirurgo ha estratto quella complicatissima ramificazione dalla carne pesante della città sospendendola in alto come reti di pescatori al sole. Sopra i tetti, più alto che gli amori dei gatti, la vita dei fili.
Il selciato: epidermide paziente - tappeto pietrificato. Immobile torrente di nastri in matassa. Tappeto - scudo per coprire - difendere la Terra dagli zoccoli delle bestie dai piedi degli uomini. La continuità del materiale vario si estende in una unica dimensione: lastra-strato-piattitudine. Tre soggettivi diventati oggettivi. Sotto al corpo materno del selciato: gli occultismi, l’intensità delle fogne, le guerre passe nei canali. Le ombre delle cantine. I canti delle correnti d’acqua nascosta. I brividi dei tubi di gas.
Fremiti continui sotto i pesi che passano sopra il selciato: le pancie affannose-aggressive dei tram strisciando come grandi scope burrascose alzando al loro passaggio turbini di aria tormentata.
L’aderenza tagliente e ruotante delle ruote. Il ritmo sincopato degli zoccoli. Le rotaie che gemono nelle curve sotto la pressione dei pesi nell’estasi della loro materialità toccata.
Pareti di altissime case tempestate da smisurate lettere. Imperativi dispotici lanciati da affiches in linguaggio sintetico che s’impongono come un tatuaggio nei centri nervosi. Ordini di ipnotizzatori affissi al muro.
Il cuore della città durante la notte: teatro e cinematografi succhiano come i precipizi senza profondità la folla. Il bianco-rosso-oro dell’interno straripa sulla strada. Affiches pieni di esotismi frizzanti che danno anche all’esistenza più casalinga l’illusione di partecipare a cose inaudite lontanissime.
La poliformità è acutizzata. L’ombra ingoia una metà delle cose. L’altra metà è acciecata da fasci di lumi bianchissimi e colorati. Enormi astri che galleggiano nel mezzo delle strade, appesi a invisibili fili come frutti viziosi all’albero bluscuro della notte. Falsificazioni intense della luna.
Il cielo notturno: rossastro strato gravido di tutte le esalazioni di tutti i raggi smarriti. Grande ala soffice viola-scura che copre case colme di patriarcale regolarità. Cielo notturno che copre raffiche di disordine e meravigliose piante strambe fiorite su montagne di sabbia che sfidano l’Eternità.
Cielo notturno: gigantesco coperchio abbattuto sopra la città per non offendere gli occhi delle stelle."

Grazie Susanne. Il futurismo ora ci appare forse meno lontano di qualche anno fa.


- Romina di Roma, ma dalla Germania, ha voluto salutarci, dato che da un po’ di tempo ha problemi a collegarsi con noi.
Grazie Romina

- Mario e Simonetta di Alghero, erano qui a Monaco per stare con figlia e nipote. Hanno partecipato all’incontro con i bambini che gli giocavano intorno. Ma credo che si siano pure divertiti.
Benvenuti!

- Maria di Gravina di Puglia, era anche con i suoi nipoti insieme a Mario e Simonetta ed è stata coinvolta anche lei nei giochi attorno.
Grazie Maria di aver organizzato questa succursale gioiosa del nostro incontro.

- Harald di Reichenbach, era il proprietario della casa o meglio del cortile in cui i bambini e gli adulti hanno insieme solidarizzato. Anche questa è vita letteraria, credo.
Grazie Harald.


- Così io di Roma, ma da qui da MOnaco:

FUNERALI DI STATO PER BERLUSCONI
VERGOGNA ITALIANA


UN ITALIANO ALL’ESTERO
Attenzione,
pensaci
prima di partire.
Sì, lo so
te ne vai,
anche perché magari
non sei bassissimo,
né nerissimo,
non parli molto
e comunque non a voce
troppo alta,
in genere infatti
preferisci addirittura ascoltare.
Te ne vai anche per questi motivi.
In Italia non trovi posto.
Non sei né prepotente,
né smaliziato
né opportunista.
Te ne vai magari
solo perché non vuoi
essere confuso
con il Belusconi dominante
per esempio,
con chi promette
e non mantiene,
con chi ha una doppia morale,
una per sé
e una per tutti gli altri.
Ma attenzione, dicevo,
prima di partire.
Sappi bene prima però,
che poi all’estero
non arriverà l’italiano
che hai in mente tu.
Ne arriverà invece tutt’un altro,
solo normale (?),
cioè uno non puntuale,
ma che sa di sicuro
cucinare,
cantare,
ballare,
fare all’amore sempre
dovunque
e con tutte,
uno di cui naturalmente
non ci si potrà mai
fidare,
perché abituato da piccolo
già a mentire.
E anche se,
dopo aver superato numerose prove,
potrai alla fine convincere
qualcuno
della tua diversità
dallo stereotipo,
poi dovrai comunque
ricominciare da capo
con tutti gli altri
a seguire.
Attenzione,
sappi bene questo
prima di partire,
per non trovarti poi
del tutto impreparato.
giulio bailetti 19 dicembre 2017
per gli incontri di letteratura spontanea

Io ho ancora i sogni del ’68, che ora per la verità si sono anche un po’ ampliati.

Al sesso degli uomini
si può dire tutto quello che si vuole,
tranne che ipocrita,
perché,
quando vuole lui,
esce tutto fuori
e ben lo si nota.


Chi è felice di  essere in vita
anche perché questo
è l’unico modo
che lui conosce
per far restare in vita
insieme a lui
anche certi persone,
solo lui sa bene quali.


Grazie per l’attenzione.
Un caro saluto
giulio
ps.. Chi riconosce l’importanza formativa e culturale di questa iniziativa, senza fini di lucro e che dura ormai da 24 anni, può anche un po’ sostenerla economicamente con un piccolo versamento sul c.c. HypoVereinsbank, giulio bailetti, Kontonummer 6860168020, Bankleitzahl 70020270, IBAN DE69700202706860168020, BIC HYVEDEMMXXX oppure sul mio Paypal: paypalme/letteraturaspontanea Grazie, comincio a diventare vecchio e ve ne sarei molto grato!

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