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FILOSOFIA PER TUTTI
Lezione 5
Teoria dell’io capisco:
b. La ragione come unità di uomo e natura,
soggetto ed oggetto
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Una volta chiarito nell’unità precedente il fatto che di sicuro possiamo conoscere il mondo, il che è provato sia da un punto di vista logico che da un punto di vista di fatto, la vera questione che nasce e che occorre affrontare è quella del perché possiamo pervenire alla verità, ossia come e perché ciò sia possibile.
La prima considerazione da fare al proposito si fonda sull’individuazione di un qualcosa di comune che deve esistere tra l’uomo e la natura, tra soggetto ed oggetto, pensiero ed essere, per rendere possibile la conoscenza. Se infatti essi fossero completamente diversi, eterogenei, se non vi fosse qualcosa in comune, una certa omogeneità, neanche la conoscenza sarebbe possibile, non vi sarebbe, infatti, un ponte tra i due, una comunicazione, un accesso del soggetto all’oggetto. Dunque vi dev’essere qualcosa di comune, un legame che consenta un rapporto, una comunicazione.
In particolare, dato che la conoscenza avviene tramite il pensiero, tramite la ragione, questo qualcosa di comune dev’essere razionale, pensiero. Le leggi della natura per es. sono qualcosa di razionale, di regolare, di spiegabile, prevedibile, che corrisponde pertanto alla nostra esigenza e capacità di razionalità, di pensiero. Ma tali leggi poi effettivamente spiegano i fenomeni e, applicate come tecnica, realmente ci consentono d’intervenire sul mondo e sui suoi processi. Dunque tale razionalità presente nelle leggi non è soltanto soggettiva, quale si trova nel libro di fisica, chimica ecc., ma oggettiva, si trova nella realtà stessa. In sostanza, dunque, la natura, l’oggetto porta la razionalità in sé ed è per questo motivo che l’essere umano può conoscere il mondo, in quanto la sua razionalità non è diversa da quella del mondo, della natura.
C’è dunque ragione sia nell’essere umano che nella natura e ciò spiega il fatto stesso della possibilità della conoscenza e della sua applicazione pratica, la tecnica. L’essere umano tramite la sua ragione soggettiva comprende la ragione oggettiva presente nel mondo. Così soltanto si può spiegare la conoscenza, tramite il concetto dell’omogeneità e non eterogeneità di spirito e materia, essere umano e natura, ragione e mondo, pensiero ed essere.
Se ora spostiamo il nostro punto di vista ed il nostro modo di considerare tale problematica e ci poniamo non più dal punto di vista soggettivo della conoscenza, bensì da quello oggettivo del mondo, allora ci accorgiamo che ad una riflessione più attenta, soggetto ed oggetto della conoscenza sono da considerare una sola cosa, la ragione, ma in due forme diverse di esistenza: la natura è ragione in forma materiale, necessaria, meccanica, inconsapevole; l’essere umano è ragione in forma spirituale, libera, finalistica, consapevole.
In tal modo si spiega allora il fenomeno inoppugnabile della conoscenza ed anche la questione della verità assume una sua chiarificazione: noi possiamo conoscere la verità sul mondo oggettivo, poiché questo non è diverso da noi, è razionale come lo siamo noi. La verità non è altro dunque che far corrispondere, accordare le due forme di razionalità, quella soggettiva consapevole e quella oggettiva inconsapevole. L’omogeneità tra spirito e materia, soggetto ed oggetto consente tale accordo. Il punto fondamentale ora è capire come mai ci sia tale omogeneità.
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