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2023G: La filosofia salverà il mondo e “l’amore vincerà di nuovo”

2023G: La filosofia salverà il mondo e “l’amore vincerà di nuovo”

 

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2023
(1° novembre)

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La filosofia salverà il mondo e "l’amore vincerà di nuovo"
(brano musicale degli Osanna, 1971)

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Articolo di filosofia della politica

di

Marco de Angelis

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Pubblicazione cartacea: non ancora
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Pubblicazione digitale: sì, qui sotto 

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La filosofia salverà il mondo e l’amore vincerà di nuovo

Il nostro tempo si sta pian piano delineando come quello in cui le contraddizioni irrisolte della società mondiale  sono destinate ad esplodere. 

Il rapporto tra gli Stati Uniti, l’Europa e  la Russia, che dopo  il dissolvimento dell’Unione Sovietica  e la politica distensiva di Gorbaciov sembrava essere ormai su un piano di pacifiche relazioni diplomatiche e civili, è improvvisamente degenerato  per una questione locale a dir la verità d’importanza veramente relativa,  tornando indietro fondamentalmente di 70 anni come ai tempi della guerra fredda.

Il rapporto fra lo Stato di Israele e la comunità palestinese è altresì  esploso nel modo più violento pensabile proprio in quest’ultimo mese, generando atrocità da una parte e dall’altra degne delle peggiori pagine della Seconda Guerra Mondiale. Anche qui quindi abbiamo avuto un regresso dell’umanità al secolo scorso.

Quel che ancora non è avvenuto, ma che purtroppo è tristemente all’ordine del giorno e non tarderà a farsi sentire,  è  la degenerazione del rapporto tra gli Stati Uniti e la Cina.  I due giganti stanno aspettando soltanto il momento opportuno per entrare anch’essi in conflitto, sicuramente in modo indiretto e a farne le spese sarà prima o poi la popolazione di Taiwan.

Non dobbiamo però lasciarci prendere dal sentimento d’impotenza, di tristezza e di disperazione che inevitabilmente coglie la persona sensibile quando pensa al dolore di tanti altri esseri umani mentre noialtri al momento possiamo ancora invece condurre una vita tutto sommato tranquilla e piacevole.  Dobbiamo reagire con forza e coraggio nella consapevolezza che purtroppo prima o poi la catastrofe arriverà anche da noi.  Pensare che una tale polveriera, qual è il mondo attuale, possa esplodere soltanto in deflagrazioni locali,  sempre lontane dal ricco Occidente,  è un pio desiderio destinato prima o poi ad essere tragicamente smentito dalla cruda realtà dei fatti.

È, quindi, sia per motivi puramente umanitari di condivisione del dolore di coloro che attualmente a livello locale sono direttamente coinvolti  in questi tragici eventi  sia anche a livello preventivo,  al fine di evitare di essere prima o poi coinvolti noi in prima persona o i nostri figli,  quando la lancetta della ruota della storia  indicherà di nuovo l’Europa occidentale come parte coinvolta in una guerra,  dobbiamo assolutamente trovare una soluzione, una formula capace di disinnescare questa polveriera.  

Dobbiamo a tal scopo interrogarci sulla causa fondamentale che è alla base di questa situazione esplosiva e trovare il modo per eliminarla. 

Io affermo qui, assumendomene tutta la responsabilità, che la filosofia in 2500 anni di lavoro ininterrotto sul concetto della verità, ha alla fine elaborato una visione del mondo condivisibile da tutta l’umanità,  capace di creare un minimo comune denominatore tra tutte le nazioni e tutti i popoli e quindi portarli ad una unificazione di base,  a una situazione di armonia e di pacifica convivenza,  che possa costituire l’unico antidoto possibile contro quella che ormai si sa profilando come la terza guerra mondiale di tutti contro tutti.

Bisogna prendere tutti sul serio quest’affermazione perché può essere l’unica possibilità di salvare ancora il salvabile,  prima che la situazione degeneri in modo tale da non essere più governabile. Nelle righe seguenti intendo spiegare ciò.

La causa fondamentale alla base di questi conflitti che ormai perdurano da molti decenni e ogni tanto danno vita a delle recrudescenze sempre più violente e pericolose per l’umanità tutta,  è da rinvenire nelle differenze di mentalità,  ideologiche e religiose,  tra i vari blocchi di civiltà, in cui è divisa l’umanità. 

Da una parte abbiamo la differenza ideologica tra il mondo capitalista, fondato sul liberalismo e sul bene individuale, dall’altra il mondo comunista o ex comunista,  il quale invece è costituito da una società che rifiuta l’individualismo del liberalismo come l’intendiamo noi in Occidente e ha una visione maggiormente impegnata sul sociale,  sul bene comune più che non sul bene individuale.  I paesi coinvolti in tale disputa ideologica, che non potrà mai trovare una soluzione, essendo due principi completamente opposti di organizzazione della società,  solo gli Stati Uniti,  l’Europa occidentale,  seppur con qualche riserva anche importante,  la Cina,  la Corea del Nord,  la Russia, benché quest’ultima abbia abbandonato il vero e proprio comunismo ormai da più di vent’anni. Ci sono poi altre realtà statuali sparse per il mondo, in particolare nell’America Latina, che simpatizzano per una visione del mondo più improntata sul sociale che non sull’individuale come per esempio Cuba.

Dall’altra parte abbiamo la differenza religiosa tra il mondo musulmano,  del quale fanno parte ormai moltissimi paesi e nutrite comunità di credenti sparse in tutto il mondo,  e il mondo ebraico,  rappresentato dallo Stato di Israele  nonché però anche il mondo cristiano,  sebbene questo contrasto tra mondo musulmano e mondo cristiano occidentale sia al momento meno forte che non il contrasto tra il mondo musulmano e quello ebraico.

La diffusione a livello mondiale della religione musulmana con la presenza di forti comunità aderenti a tale religione un po’ in tutti i paesi del mondo rende tale conflitto ‘mondiale’,  come quello ideologico fra capitalismo e comunismo,  e non solo ‘locale’ relativo alla Palestina, come si potrebbe in un primo momento credere.  Se la comunità musulmana mondiale dovesse decidere di ribellarsi alla civiltà occidentale capitalista, ebraica e cristiana,  di cui pure essa oggi fa parte,  si creerebbero situazioni molto problematiche ben lontano dalla Palestina un po’ in tutti i paesi dell’Occidente. Bisogna stare molto attenti a non classificare il conflitto nel Medio-Oriente come locale, perché si tratta di un conflitto potenzialmente mondiale.

Queste sono le contraddizioni che abbiamo ereditato dalla storia e che non sono state mai affrontate dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale  con uno spirito veramente positivo,  cercando di risolverle una volta per tutte. Per questo motivo siamo arrivati ai fatti spaventosi e vergognosi di questi giorni.

Poniamoci ora la domanda fondamentale:  ma sono risolvibili?  La stragrande maggioranza degli analisti politici e delle altre persone che si interessano di tali questioni direbbe di no,  direbbe che il capitalismo è destinato a restare in eterno, stessa cosa per il comunismo o comunque per organizzazioni sociali simili,  e che anche le grandi religioni siano destinate a restare in eterno.  La storia però c’insegna che tutte le grandi civiltà,  tutti i grandi sistemi di organizzazione socio- economica della società,  tutti i grandi imperi e anche le religioni del passato prima o poi sono tutti tramontati.  Nessuna civiltà e nessuna civiltà religiosa è eterna.  La civiltà greco-romana, che pure studiamo con tanta passione e tanta dedizione e ammirazione, nondimeno trapassò;  la civiltà medievale,  forte della propria religione a capo dello Stato,  ugualmente fu nel giro di pochi secoli completamente rivoltata e superata;  le grandi religioni politeiste sono tutte tramontate,  eppure erano queste religioni una volta a costituire la verità per tutte le popolazioni della Terra. 

Se allora è così che nella storia tutte le civiltà e tutte le religioni prima o poi tramontano,  per quale motivo non dovrebbero tramontare il capitalismo e il comunismo,  la religione musulmana, quella ebraica e anche quella cristiana? Sono tutte ‘ideologie’, ossia visioni del mondo non scientifiche,  poiché si fondano su un principio primo che esse non dimostrano,  ma danno per scontato in modo dogmatico.  Per questo motivo esse non sono state in grado di convincere tutti gli uomini, ma solo una parte di essi.  Se fossero state teorie scientifiche capaci di spiegare anche il proprio principio primo, esse avrebbero avuto, invece, la possibilità di convincere tutti gli uomini, come avviene appunto per ogni teoria veramente scientifica che prima o poi viene condivisa in tutto il mondo (non si troveranno negli USA in Russia, in Cina, nel mondo musulmano e nello Stato d’Israele fisiche diverse, matematiche diverse, biologie diverse ecc.; la scienza unifica, non divide).

Allora la vera domanda che dobbiamo porci è la seguente: esiste  una visione del mondo,  quindi una teoria sia della natura sia della vita dell’uomo e dell’organizzazione della società,  quindi un sistema di valori etici e morali,  capace di essere ‘vera’ nel senso scientifico del termine, quindi condivisibile in linea di principio da tutti gli esseri umani  proprio come una scienza?

Se la risposta a questa domanda  dovesse essere negativa,  allora faremo bene a prepararci alla terza guerra mondiale,  perché quelle ideologie prima o poi daranno vita allo scontro finale com’è sempre stato nella storia.  Le grandi civiltà non tramontano, infatti, mai in modo pacifico,  ma in modo molto cruento attraverso guerre distruttive.

Se, invece, la risposta a quella domanda dovesse essere positiva, allora vedremo la luce in fondo al tunnel e dovremo tutti adoperarci per raggiungere al più presto possibile tale luce e così portare l’umanità al superamento della situazione attuale di scontro tra le ideologie e le civiltà che esse rappresentano. Solo così potremo pervenire alla luce della civiltà mondiale unificata grazie alla nuova visione del mondo razionale, scientifica e vera, che tutti possono in linea di principio condividere. 

La tesi che sostengo in questo breve sggio è che la filosofia in 2500 anni di lavoro incessante, in silenzio e spesso senza alcun riconoscimento sociale, è riuscita alla fine a elaborare una visione del mondo razionale e scientifica  che non sia dogmatica e che quindi possa essere condivisibile da tutti coloro che siano disposti ovviamente a usare la ragione per comprendere il mondo, la vita e i valori etici. 

Se prendiamo in mano i testi dei grandi filosofi,  Platone, Aristotele, Cartesio, Spinoza, Kant, Hegel solo per fare alcuni nomi dei grandissimi pensatori che l’umanità ha avuto e che sono letti  e conosciuti in tutto il mondo,  ci troviamo precisamente questo sforzo enorme di andare al di là delle visioni limitate proprie delle religioni o anche delle teorie ideologiche come quelle politiche ed economiche, al fine d’individuare una visione e una concezione della vita e del mondo che non sia legata a una rivelazione storica oppure a interessi a particolaristici di una classe sociale o di un popolo,  ma che sia puramente razionale,  quindi condivisibile con la sola forza della ragione,  comune a tutti gli uomini,  mentre le fedi e le rivelazioni religiose come anche gli interessi economici e politici sono sempre parziali e dividono.  Solo la filosofia, quindi una visione del mondo puramente razionale e logica, può essere condivisa  in linea di principio da tutta l’umanità.

Questi filosofi, questi grandi pensatori,  che noi oggi consideriamo i classici del pensiero,  sono i nostri veri ’santi’.  Non sono i santi di una religione storica o di un ideologia particolare, ma i santi di tutta l’umanità,  sono coloro che, spesso isolati e combattuti dal contesto sociale, hanno avuto il coraggio di affrontare la verità pura, volgendo le spalle a quella impura, giacché ideologica, della società del proprio tempo.  Ciò ha provocato loro spesso gravi sofferenze fino addirittura al bando sociale e alla morte, come per Socrate e Giordano Bruno.  Nessuno di questi filosofi ha avuto mai una vita facile perché la verità che egli rappresentava, sapendo di poterla dimostrare con la sola forza della ragione, era necessariamente diversa dalla verità della società, in cui viveva, che era invece una falsa verità religiosa o ideologica, dogmatica e non razionale.

Se noi avremo il coraggio di ascoltare la voce della grande filosofia classica,  quindi non quella dei docenti e dei professori universitari e delle accademie,  spesso venduti alle ideologie, ma quella dei grandi filosofi classici,  ci salveremo come umanità unificata dalla verità pura e razionale  e, come recita il titolo di questo bel brano musicale del gruppo rock napoletano degli Osanna,  l’amore vincerà di nuovo.  Se invece ignoreremo la verità razionale pura,  cui è pervenuta la grande filosofia classica in 2500 anni di storia,  sarà la morte a vincere di nuovo. La scelta spetta a noi, solo a noi!

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