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Storia Mondiale

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STORIA MONDIALE - INGRESSO e PRINCIPIO FONDAMENTALE

La riflessione filosofica sulla storia rivela alcuni principi fondamentali che ci aiutano a ricostruirne un certo senso. Capire il senso della storia è fondamentale per intravvedere in quale direzione essa si diriga oggi. La storia, infatti, non è qualcosa di passato, come il termine erroneamente potrebbe indurre a pensare, bensì è il nostro stesso presente che, nel momento in cui lo pronunciamo, già è passato e quindi è diventato appunto ‘storia’.

Sant’Agostino ha espresso nelle Confessioni tale concetto tramite la sua famosa teoria del tempo. Secondo questa teoria il passato non esiste più, giacché definitivamente superato (appunto ‘passato’) come tale, esiste ancora soltanto come ‘presente del passato’, ossia come la memoria che noi uomini abbiamo di esso; il futuro non esiste ancora, poiché deve ancora avvenire, quel che esiste è soltanto l’immaginazione attuale di quel che potrà avvenire in futuro, ossia esiste solo come ‘presente del futuro’.

Dunque, sia il passato sia il futuro si riducono alla loro rispettiva presenza nel pensiero dell’essere umano nel momento presente, che è quindi l’unica dimensione del tempo che veramente esiste. Si tratta di quel che potremmo definire come ‘il presente del presente’, ossia la coscienza che l’essere umano ha di se stesso, del fatto che ora e qui stia pensando, riflettendo, ricordando, immaginando, programmando e così via. Ossia la coscienza che l’essere umano ha dell’estendersi del proprio pensiero nelle dimensioni del passato e del futuro.

Tale presente però, nel momento stesso in cui lo pensiamo, si dilegua, è già subito immediatamente passato, per cui alla fine il tutto dell’esistenza si limita al puntualità dell’attimo attuale, ossia alla coscienza immediata dell’ora e qui, che però ha la straordinaria capacità di estendersi a ritroso verso un passato senza limiti (cosa c’era prima che ci fosse il mondo?) e in avanti verso un futuro ugualmente senza limiti (cosa ci sarà quando il mondo finirà?).

Insomma, il tempo è la coscienza dell’io nella sua estensione infinita sia temporale sia anche spaziale, essendo lo spazio null’altro che il prodotto del tempo, del divenire. 
Ritornando ora, dopo esserci confrontati con Sant’Agostino, al concetto della ‘Storia’, possiamo concludere che essa corrisponde alla ricostruzione logica del passato che gli uomini ne hanno finora fatto e ancora ne fanno, sforzandosi d’interpretare i dati in loro possesso. I principi della storia sono il succo di quel che si può concludere, da un punto di vista logico, dopo aver preso conoscenza delle più importanti opere di storiografia.

Il primo principio è che la storia si è sviluppata e continua a svilupparsi procedendo da innumerevoli comunità preistoriche iniziali, sparpagliate sulla Terra, verso i circa 200 Stati attualmente esistenti sul pianeta Terra. C’è stata quindi una progressiva riduzione del numero di comunità umane e contemporaneamente un aumento della loro grandezza sia come numero di esseri umani che ne fanno parte sia come spazio geografico da esse occupato. Se le prime comunità umane occupavano uno spazio ristretto e si spostavano secondo la modalità del nomadismo, le comunità umane attuali sono stanziali e occupano spazi enormi, se messi a confronto con quelli originari delle comunità preistoriche. C’è stata pertanto una riduzione del numero delle comunità e un aumento della loro grandezza. 

Tale fenomeno non è ancora finito, ma continua. Il processo di unificazione europea può essere considerato secondo tale ottica come lo sviluppo di uno Stato continentale europeo a partire dagli Stati nazionali presenti su tale continente. Non è ancora chiaro quali Stati nazionali alla fine ne faranno parte, ce ne sono alcuni in uscita, altri in entrata, ma il senso della storia europea attuale è chiaramente che si sta passando da una molteplicità di Stati nazionali a uno Stato unico, indipendentemente da quale forma definitiva (federazione, stato centralizzato ecc.) esso assumerà.

Mancando un buon motivo per ritenere che tale sviluppo da innumerevoli comunità originarie piccole e isolate alle comunità grandi di oggi non sia ancora oggi in corso, come il processo di unificazione europea ampiamente dimostra, si può concludere che il senso della storia sembra essere in primo luogo la creazione di una comunità in linea di principio mondiale, di cui facciano parte tutti gli esseri umani presenti sul pianeta Terra. È pertanto logico ritenere che i circa 200 Stati attualmente presenti sulla Terra nel corso dei prossimi decenni e secoli si riducano ulteriormente, dando vita a formazioni statali continentali, le quali poi a loro volta ancora più in là nel tempo riterranno utile unificarsi e coordinare le proprie politiche all’interno di una comunità umana mondiale unica. 

L’ideale filosofico dello Stato mondiale unico, che Toynbee nell’introduzione alla piattaforma ci ha indicato come l’unico modo per poter seriamente pensare di dominare e risolvere sia la problematica ambientale sia anche quella sociale a essa oltre tutto connessa, non è dunque un’utopia o il prodotto dell’immaginazione di un singolo pensatore visionario, per es. Kant che lo ha formulato nel proprio scritto del 1795 Sulla pace perpetua, quanto piuttosto il senso immanente della storia, il suo fine intrinseco. La storia procede verso lo Stato mondiale.

Il secondo principio riguarda la modalità di tale sviluppo, ossia con quali mezzi gli esseri umani abbiano realizzato in passato e realizzino ancora oggi il superamento dell’isolamento della propria comunità e l’unione con altre comunità in una comunità più grande che le includa. Hegel nelle sue Lezioni sulla filosofia della storia, indica un tale mezzo nella guerra. Sono i contrasti tra le comunità locali, sfociati in guerre per il territorio, ad aver costituito il primo punto di contatto. Tali guerre sono però prima o poi sfociate in trattati di pace e in accorpamenti o unificazioni, ossia le due o più comunità, dopo essersi combattute a morte, hanno trovato in qualche modo una via di rappacificazione sia come annessione della comunità perdente da parte della comunità vincente sia anche come unificazione paritaria. Anche in questo l’esempio dell’Europa è illuminante: Stati nazionali che per secoli si sono fatti la guerra, stanno provando e anche trovando dopo il 1945 la via dell’unificazione. 

La guerra conduce, quindi, paradossalmente alla pace e poi all’unificazione. Questo sembra essere un altro principio fondamentale della storia. Esso però dopo il 1945 e la bomba atomica non può essere più applicato. Il periodo della ‘guerra fredda’ tra il mondo capitalista e quello comunista ha evidenziato nel modo più chiaro tale impossibilità della guerra nel mondo attuale. Gli USA e l’URSS volentieri si sarebbero fatti la guerra negli anni cinquanta e sessanta e in diverse occasioni ci andarono anche molto vicini, nessuno fece però il primo passo. Il motivo è molto semplice: nessuno era sicuro di vincere, essendo la potenza tecnologica dell’avversario talmente potente che si profilava per la prima volta nella storia una guerra senza vincitori, ma solo con sconfitti. Perché, dunque, farla?

Dopo il 1945 il principio della guerra come mezzo per la creazione di comunità umane più grandi risulta ancora valido a livello locale, ma non può più funzionare a livello globale, tra Stati semicontinentali quali quelli di oggi. Se si vuole continuare nel processo storico di ampliamento della comunità umana, come finora avvenuto, lo si può solo fare con la pace, la ragione e la democrazia, in ultima analisi quindi con la filosofia. Solo comprendendo quanto sia importante unificarsi per gestire le difficoltà della vita sulla Terra, la comunità umana può svilupparsi ulteriormente, come avvenuto fino a oggi, e progredire verso unità superiori, verso comunità più grandi. La via della guerra non è più percorribile (per fortuna, ovviamente).

Il terzo principio della storia riguarda l’aspetto qualitativo della vita degli esseri umani. Nel corso della storia le comunità umane non sono solo diventate più grandi, quindi di meno, ma anche più libere, nel senso generale della parola ‘libertà’. Se possiamo immaginarci l’uomo primitivo come soggetto ai propri bisogni istintivi, alla paura di non poterli soddisfare, alla continua ricerca di cibo e degli altri beni assolutamente necessari alla sopravvivenza, quindi anche schiavi di altri esseri umani più forti che lo sottomettevano rendendolo schiavo, il mondo moderno garantisce una serie di diritti, sanciti dalle costituzioni nazionali ispirate alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, le quali gli garantiscono una vita dignitosa, quindi libera. Certo non ancora tutti gli Stati applicano tale Dichiarazione nelle proprie costituzioni locali, ma questo è il senso della storia, ossia si lotta affinché la libertà si estenda anche a quegli Stati in cui essa ancora non è garantita. Non c’è invece una lotta per il contrario, ossia non c’è una tendenza negli Stati che garantiscono la libertà alla diminuzione o cancellazione di questa e al ritorno a forme di dittatura e dispotismo o addirittura di schiavitù. Ci possono ovviamente essere periodi di crisi momentanea della libertà, ma poi prima o poi il popolo insorge e la ripristina. La libertà sembra essere una forza irresistibile che non accetta mai in alcun modo di essere imbrigliata.

In conclusione, si può dire che il senso della storia sia duplice: da una parte verso la creazione di comunità sempre più grandi fino in ultima analisi alla comunità mondiale; dall’altra verso la creazione di comunità che garantiscano agli individui la libertà fino in ultima analisi alla libertà per tutti gli esseri umani. Unificando questi due principi fondamentali si può dire che il senso della storia è una comunità mondiale di esseri umani tutti liberi. Considerando che questa forma perfetta di Stato non potrà essere raggiunta con la guerra, com’è stato fino al 1945, dobbiamo concludere che solo la pace, quindi la scelta cosciente degli uomini, ossia la filosofia, potrà condurre gli esseri umani a questo passo decisivo della propria storia. La storia pertanto deveessere portata a compimento dalla filosofia e questa piattaforma intende essere proprio il mezzo che realizzi tale compimento, tale senso della storia. 

STORIA MONDIALE – STANZE e INTERPRETAZIONI 

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