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2020(5): PANDEMIA Shards of Capitalism What did covid-19 tell us?

2020(5): PANDEMIA Shards of Capitalism What did covid-19 tell us?

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2020

(May)

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PPANDEMIA
Shards of Capitalism
What did covid-19 tell us?

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Ogni evento storico, ogni fatto, ogni cosa parla. L’essere umano non solo è l’unico a essere dotato di parola, ma anche l’unico a poter comprendere il linguaggio delle cose e dei fatti. Anche il virus ha voluto dire qualcosa, pur non potendo a sua volta esprimersi che nel modo violento suo proprio, e noi dobbiamo interpretare il suo messaggio, se vogliamo vincerlo. Per vincere bisogna, infatti, conoscere e comprendere l’avversario, le sue motivazioni, i suoi propositi. Qualsiasi stratega lo sa.
Il virus ci ha detto: Il mondo anglo-americano basato sul profitto individuale, sulla globalizzazione economica senza quella politica, sull’economia fine a se stessa e svincolata dal concetto di lavoro come servizio, della finanza accumulatrice senza più alcun rapporto con la società e con il benessere dell’umanità, lo sfruttamento dello spazio aereo e marino inquinando a più non posso il pianeta, ecc. ecc. è finito. FINITO!
Che i paesi e le regioni più capitalistiche e meno sociali siano anche quelle più colpite dal virus non ci deve quindi meravigliare. Il motivo è molto semplice: l’economia basata sul profitto come scopo assoluto è un errore logico e filosofico, cosa peraltro ormai già capita da centinaia e migliaia di studiosi, non solo dai primissimi che furono Kant e Hegel. Per questo motivo il virus ha colpito in modo forte proprio lì, per dirci: "Basta, dovete cambiare modi di lavorare e di vivere!". Più chiaro di così non poteva essere!
Paesi, regioni e città che fino al dicembre 2019 sembravano essere il paradiso sulla Terra, la meta agognata di tutti, dopo sei mesi, nel giugno del 2020, si rivelano essere a uno sguardo retrospettivo soltanto fogne: gli USA, la fogna del mondo con il numero più alto di morti, peraltro morti poi in un modo talmente incivile e nel completo abbandono da far vacillare il concetto di ‘civiltà’ se collegato a quella nazione; New York, la città che voleva ergersi a capitale del mondo, a centro dell’economia mondiale, si è rivelata come la fogna degli USA; la Lombardia, che fino a pochi mesi fa guardava altezzosa dall’alto della propria ricchezza materiale le altre regioni italiane, costrette all’emigrazione, si è rivelata essere la fogna del Bel Paese. Oggi i lombardi sono guardati con sospetto e non sono i benvenuti neanche se vogliono distribuire le loro banconote in giro per le mete turistiche italiane e mondiali.
La Cina, che aspirava a essere l’alternativa al capitalismo, si è rivelata invece come fatta della stessa pasta, anch’essa un mostro volto solo al profitto, per di più costruito su di una fragilissima base di assurde abitudiini culinarie primitive.
Città e regioni d’Italia, come quelle del sud, che prima erano considerate serie B, ora stanno invece vivendo il momento della loro giusta rivincita, perché lì il virus ha anche parlato lì e le ha alla fin fine risparmiate, le ha promosse, giacché nel corso degli ultimi due secoli non si sono vendute al capitalismo, come invece hanno fatto le regioni del nord.
Dopo sei mesi, quando peraltro il virus ancora sta parlando e vedremo cos’altro ci dirà, il capitalismo occidentale sta mettendo insieme i COCCI, cercando di ricostruire qualcosa che però, a dire il vero, andrebbe invece distrutto del tutto per costruire il nuovo. Se non lo facciamo in tempi brevi, prima o poi un altro virus, chissà in quale forma, verrà a ricordarci il messaggio del covid-19. Cerchiamo pertanto di capirlo ora, perché il prossimo avvertimento potrebbe essere molto più deciso, perentorio e quindi, ahimé, catastrofico.

(Möhnesee, 31 maggio 2020)

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