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D1.1(0) Introduzione alla Storia della Filosofia

D1.1(0) Introduzione alla Storia della Filosofia

 

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Introduzione alla Storia della Filosofia

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Lo scopo di questa sezione e del corso corrispondente è ripercorrere nelle linee generali il cammino storico percorso dallo spirito per comprendere se stesso come l’assoluto, ossia come il senso stesso dello sviluppo del mondo. Nel mondo opera una ragione latente, un forza logica creatrice, che dà vita a tutto quel che esiste. galassie, stelle, pianeti, su almeno un pianeta alla vita. alle piante agli animali e, infine, all’uomo.
L’homo sapiens sapiens presenta in sé, come propria essenza, la ragione intesa come capacità logica di creare il nuovo, quindi egli prosegue la creazione naturale, ma a un livello più alto, quello della coscienza. Mentre la ragione universale, il Logos, crea nella natura in modo inconsapevole e necessario (il pianeta Terra crea la vita, ma non lo sa, lo fa indipendentemente da una volontà di farlo), l’essere umano crea sapendo e volendo, quindi in modo cosciente e libero.
Pur essendo già da saputo cosciente e libero, l’homo sapiens sapiens deve però pervenire all’autocoscienza, ossia è già cosciente, ma non sa di esserlo, non ha ancora compreso tale propria coscienza di esser Logos, d’incarnare in sé tale potenza enorme dell’Assoluto. La riflessione su di sé, su quel che egli stesso nella propria essenza sia, ovviamente collocata nell’universo naturale e sociale in cui vive, è appunto la filosofia. Essa ha una storia, poiché l’essere umano non perviene a tale comprensione di sé come portatore del Logos e dell’Assoluto subito, immediatamente, ma attraverso un percorso comune di ricerca che è durato circa 2500 anni Tale periodo si estende dalle prime riflessioni autonome dei Greci, in particolare di Talete, fino al sistema filosofico di Hegel, in cui tale autocoscienza è pienamente sviluppata e fondata in modo logico, quindi scientifico nel senso della deduzione logica. Il sistema filosofico di Hegel va visto come la conclusione dell’Illuminismo, quell’epoca storica che rappresenta, nelle parole di Kant "l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità" e quindi la sua piena autocoscienza assoluta, la comprensione di portare nella propria capacità razionale il Logos. Quel che il pensiero idealista successivo a Kant aggiunge al grande pensatore di Königsberg è la comprensione che il Logos nell’uomo sia creatore, ossia non solo intelletto teorico cacape di comprendere il mondo, ma anche ragione creatrice pratica in grado di costruire in modo libero un proprio mondo, il mondo dello spirito.
Il percorso che da Tale conduce a Hegel è quindi il percorso proprio della storia della filosofia, ossia dell’autocoscienza assoluta dell’uomo, quindi del suo lento ma progressivo comprendere che la propria essenza come specie, considerata nell’ambito dell’intero universo, consista nel portare in sé l’assoluto creatore, il Logos operante dappertutto dove ci sia materia. Tale autocoscienza libera l’uomo e gli conferisce un’enorme potenza spirituale, consistente in questa alta considerazione di se stesso come dell’incarnazone, per quanto temporanea, del Logos.
Il Logos ovviamente sopravvive all’individuo umano finito, che in quanto materia non può essere infinito. Nondimeno l’essere umano come Spirito gode almeno per il tempo della propria vita di tale status di Logos creatore, di assoluto e quindi d’infinito. Si tratta del processo di elevazione dell’essere umano da finito a infinito che, considerato nel corso del tempo storico, costituisce appunto l’ossatura della storia della filosofia. Ma ogni singolo essere umano deve ripercorrere tale processo e per evelarsi nel corso della propria vita da essere finito a essere infinito. Ciò è possibile appunto ripercorrendo le tappe già percorse dallo spirito universale, quindi le tappe della storia della filosofia. In tal mondo lo spirito individuale si eleva allo spirito universale e vive la propria vita nel modo adatto al proprio tempo, ossia all’autocoscienza di sé come assoluto, quindi all’autocoscienza assoluta.
Questa autoconsapevolezza è lo stato che ha raggiunto l’umanità nell’Illuminismo, considerato appunto come un periodo che abbraccia l’intera seconda metà del secolo XVIII fino alla prima metà del secoldo XIX. La pubblicazione da parte di Hegel della sua prima opera, la Fenomenologia dello Spirito, avvenuta nel 1807, può essere considerato il momento conclusivo di tale epoca. In essa Hegel esprime l’idea fondamentale del sapere assoluto, ossia dell’ormai raggiunta autocoscienza assoluta da parte dell’essere umano come Logos universale che sa stesso e agisce ora in modo libero.
Negli anni immediatamente precedenti, precisamente nel 1805/06, il filosofo aveva anche tenuto il suo primo corso sulla storia della filosofia, come sappiamo dalle comunicazioni dagli allievi che curarono la pubblicazione delle sue lezioni, in particolare dalsuo allievo Karl Ludwig Michelet. Anche nei corsi successivi, sempre come da racconto del Michelet, Hegel continuava a usare sempre il manoscritto jenese.
È pertanto negli anni tra il 1805 e il 1807 che l’umanità, nella persona storica di Hegel, perviene alla consapevolezza chiara e dettagliata, di aver compreso che la propria essenza è l’assoluto e che tale consapevolezza, tale autocoscienza, costituisce il risultato dell’intera ricerca storico filosofica durata 2500 anni. Lo stesso Hegel esprime questo pensiero nel modo più chiaro sia nelle Lezioni sulla Storia della Filosofia sia nella Fenomenologia dello Spirito. 

Ma non solo il pensatore aveva in questi anni già elaborato in modo compiuto tale visione storico-filosofica, bensì aveva nel cassetto già il proprio sistema filosofico, la cui prima versione, completa di tutte le sezioni fondamentali, anche se non definitiva, risale sempre agli anni 1805/06. Solo su tale base egli poteva, infatti, affermare che ora lo spirito universale ha compreso se stesso nello spirito individuale, poiché tale comprensione era avvenuta già nella sua logica-metafisica, che più tardi sarà da lui pubblicata come Scienza della Logica (1812-16). In tale opera lo spirito conosce se stesso, ossia il Logos creatore che opera in lui. Le Lezioni sulla Storia della Filosofia e la Fenomenologia dello Spirito presuppongono pertanto la già avvenuta elaborazione, ovviamente non definitiva ma anch’essa già completa nei concetti fondamentali, della Logica-Metafisica. Abbiamo, infatti, il manoscritto del 1804/05 che contiene appunto tale prima versione della logica-metafisica hegeliana.
In quei primissimi anni del secolo XIX avviene pertanto la chiara consapevolezza dello spirito universale dell’umanità nello spirito individuale di Hegel di segnare una tappa fondamentale nella storia dell’umanità, ossia il momento chiaro e dettagliato dell’autocoscienza assoluta dello spirito di esser costituito nella propria essenza teorica e pratica dal Logos creatore assoluto.
Questo ’primo sistema di Hegel’ è fondamentale per capire la storia della filosofia, poiché ne costituisce l’esito. Le formulazioni successive della filosofia di Hegel non saranno più libere come invece fu questa, poiché il filosofo, in tempi di restaurazione delle monarchie assolute e quindi di mancanza di libertà di espressione per chi, come lui, ricoprisse una carica importante all’interno dello Stato quale era appunto quella di docente universitario a Berlino e Rettore dell’Università, fu costretto ad adeguare in alcune parti la propria filosofia alle pretese de potere politico e teologico. In questi primissimi anni del secolo, invece, ancora sotto l’entusiasmo dell’età napoleonica e soprattutto poi senza un controllo rigido e censorio sulle proprie pubblicazioni, Hegel potè esprimersi in modo libero e autentico, motivato soltanto dalle conclusioni logiche cui pian piano pervenivano le sue riflessioni dopo anni e anni di studi.
Il nostro corso di storia della filosofia si baserà pertanto su tale fondamentale testo delle lezioni hegeliane della storia della filosofia, poiché esso ha un vantaggio fondamentale rispetto a qualsiasi altra storia della filosofia, scritta successivamente da altri studiosi: essa fu redatta non da uno studioso qualsiasi, ma da uno studioso destinato poi a diventare l’ultimo grande classico della filosofia e, comunque, uno dei pochissimi grandi filosofi riconosciuti ormai tali a livello mondiale.
Una storia della filosofia scritta non da uno studioso qualsiasi, ma da un filosofo autentico, originale deve per forza avere una profondità 

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