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Futuro Cosmopolitico Mondiale

Futuro Cosmopolitico Mondiale

FUTURO COSMOPOLITICO MONDIALE – INGRESSO e PRINCIPI

La storia è lo sfondo, il palcoscenico sul quale si svolge la nostra vita. Essa è il tempo, il divenire, il fiume di vita nel quale quotidianamente noi ci bagniamo, non potendoci però mai bagnare due volte in esso, come ben scrisse ormai 2500 anni fa Eraclito. Questo fiume ha una fonte, dalla quale tutto deriva, e una foce, verso cui esso tende. La scienza storica, la storiografia, c’insegna a conoscere la fonte, per quanto ciò possibile, sulla base dei documenti pervenutici; ma quale scienza ci può insegnare a conoscere la foce, che ancora non è e di cui quindi non esiste alcun documento? Qui ci viene in aiuto la filosofia, poiché solo essa può darci lume su questo oggetto di conoscenza misterioso, il futuro, eppure necessario: come possiamo, infatti, indovinare le giuste mosse da fare se non conosciamo la meta cui quelle mosse devono condurre?

La foce del fiume della vita è il suo concetto, quel che la vita deve essere. L’idea della vita, l’idea della comunità umana, questa è la foce. Che umanità desideriamo? Che umanità riteniamo essere quella giusta, quella che corrisponda al proprio concetto, alla propria idea? Se non rispondiamo a tale domanda cruciale, ossia se non ci poniamo da questo punto di vista che, con Platone, Hegel e i loro discepoli, possiamo senz’altro definire il punto di vista idealista della conoscenza, non potremo mai e poi mai impostare in modo ragionevole, serio, saggio il futuro.

Ma il discorso sul futuro dell’umanità non è altro che il discorso politico, essendo questa la disciplina che ha il compito d’indicare agli esseri umani lo scopo comune da raggiungere e la forma di società adatta a consentirne la realizzazione. Soltanto la risposta a quella domanda consente pertanto un’impostazione saggia della politica, ecco perché alla fine, come ha chiarito in modo esemplare Platone, la filosofia nella propria essenza alla fine è il vero e proprio fondamento indispensabile della politica.

Evidentemente l’idea della comunità umana può essere soltanto quella di una gestione unitaria da parte dell’umanità del pianeta Terra, delle sue risorse, dei cura dell’ambiente, di miglioramento delle condizioni favorevoli alla vita, di premura nei confronti dei più deboli come i bambini, gli anziani, i malati e così via. La cura dell’ambiente naturale e l’aspetto sociale sono sicuramente le due priorità dell’umanità. Essa deve però anche consentire la propria realizzazione ai ‘forti’, a coloro che almeno in quel determinato momento della propria godono di buona salute e che hanno l’energia e l’età per compiere grandi azioni politiche, economiche o scientifiche non importa, tutte sono importanti per il benessere degli uomini, di poterlo fare. La società del futuro deve quindi essere anche meritocratica.

Quel che sembra essere l’idea dell’organizzazione politica dell’umanità è, pertanto, una forma statale mondiale, che si prenda cura dell’intero ambiente naturale, proteggendolo e assicurandosi che sia adeguato a far vivere bene gli uomini; che protegga i deboli, sia quindi sociale, ma al contempo premi e sostenga i forti.

Volgendo ora il nostro sguardo alla piramide storica, come l’abbiamo esposta nella sezione precedente sulla storia, possiamo collocare l’umanità all’incirca verso i suoi tre quarti, avendo ampiamente lasciato alle nostre spalle il periodo preistorico, dominato dalla molteplicità delle comunità umana non collegate tra di loro e nomadi, ma non ancora raggiunto il livello ultimo dello Stato mondiale. Attualmente esistono al mondo circa 200 Stati, di cui però alcuni sono Stati continentali e quindi già in grado di unificare porzioni enormi di territorio terrestre sotto un’unica autorità legislativa e organizzativa, altri invece sono Stati relativamente piccoli, che devono quindi ancora trovare una propria modalità di unificazione in un più grande Stato continentale. Gli Stati europei sono sulla via giusta per realizzare tale passo storico decisivo, altri sicuramente seguiranno in futuro (per es. quelli africani).

È pensabile e auspicabile un futuro relativamente prossimo in cui si realizzino o almeno inizino a realizzarsi altri Stati continentali o semicontinentali. È impossibile nella storia indicare dei tempi precisi poiché la tecnologia incide profondamente su di essi, indichiamo però per es. l’arco temporale di questo secolo per la realizzazione compiuta dello Stato europeo e possibilmente l’inizio dei processi di unificazione di altri Stati continentali o semicontinentali, come per es. gli Stati africani e quelli sudamericani. L’importante è che l’umanità lavori in questa direzione, affinché un giorno poi ci siano pochi Stati continentali o semicontinentali e possa iniziare il lavoro della loro unificazione in un unico Stato mondiale. Naturalmente può anche essere che a causa di problemi enormi all’ambiente sia necessario provvedere subito a creare un’autorità mondiale sovranazionale almeno per alcuni aspetti della vita.

Ovviamente ci vuole tempo e anche tanto per far sì che i popoli si avvicinino, si conoscano, abbattano i pregiudizi e i timori iniziali, superino le barriere linguistiche e culturali e, infine, da tutto ciò emerga il desiderio di cooperazione e poi di unione. Prima del 1945 era con la forza che avveniva ciò, oggi, come abbiamo detto, tali processi possono avvenire solo con il dialogo pacifico, quindi con la saggezza e la filosofia. 

Vi sono però alcuni aspetti della vita umana sulla Terra che non possono aspettare tali pur necessari tempi storici, per cui l’umanità deve dar vita già da subito a un nucleo primordiale di Stato mondiale, a partire per es. dall’ONU, il quale ponga come obiettivo primario i seguenti fini:

1.  Affrontare in modo risoluto e senza indugi la problematica ambientale, seguendo le indicazioni che vengono dagli specialisti di livello mondiale.
2.  Risolvere in modo definitivo la problematica della fame nel mondo.
3.  Assicurare che ogni bambino, indipendentemente dal luogo di nascita, possa usufruire di un’istruzione basilare, la quale gli consenta un giorno di partecipare in modo attivo alla società mondiale (quindi libera circolazione delle persone).
4.  Combattere con veemenza le malattie e allungare la vita umana nonché migliorarne la qualità.

5.  Intervenire in modo pacifico in tutte le zone calde del mondo, portando pace e dialogo dove oggi, invece, regna la guerra e la separazione culturale totale tra popoli pur confinanti (Medio Oriente per es.).

6. Pretendere un consistente disarmo globale e utilizzare il denaro risparmiato per i punti 2 e 3

Queste 6 priorità devono essere affrontate da subito da un’autorità mondiale, costituita evidentemente da rappresentanti dei circa 200 Stati esistenti, la quale abbia autorità e sovranità, ossia su quei punti decida a maggioranza assoluta e tale decisione debba poi essere applicata anche dagli Stati risultanti minoritari.

Essendoci un’evidente discrepanza tra Stati continentali o semicontinentali, i cui rappresentanti sono i portavoce evidentemente di un numero elevato di persone, e piccoli Stati locali, spesso costituiti una popolazione esigua, occorre che i giuristi elaborino un criterio giusto di rappresentatività  all’interno di tale super-governo o governo mondiale. 

Un tale criterio non può sicuramente essere quello della vittoria nell’ultima guerra mondiale, poiché non sarebbe un criterio filosofico, basantesi sulla pace e quindi sul nuovo ordine mondiale inaugurato dall’uso della bomba atomica, bensì un criterio relativo al vecchio mondo, quello che ancora risolveva le controversia tra gli Stati con la forza e la guerra. Non vi possono essere pertanto in tale nuovo governo mondiale potenze con diritto di veto contro decisioni comuni, ma una pariteticità giuridica assoluta tra gli Stati: ogni Stato avrà uguali diritti e doveri, pur avendo evidentemente un differente peso nel voto, a seconda del numero di abitanti. L’unica differenza può consistere soltanto nella quantità di abitanti e quindi nel numero dei rappresentanti: non può pensare che uno Stato minuscolo, come San Marino, possa avere la stessa capacità decisionale come uno Stato semicontinentale tipo gli USA, la Cina o la Russia. Ciò, però, non ha nulla a che vedere con la potenza economica e militare degli Stati o con il fatto che abbiano vinto o perso l’ultima guerra, bensì solo con il dato demografico oggettivo e scientifico relativo alla quantità di esseri umani che in essi vivono.  Uno Stato con molti abitanti avrà necessariamente un numero di rappresentanti o di voti proporzionalmente superiore a uno Stato con pochi abitanti. Ciò è semplicemente giusto, quindi vero. Pertanto è un criterio oggettivo, che ognuno in linea di principio può condividere, se interessato a vivere in modo democratico insieme agli altri esseri umani.

Questo sembra essere nel momento attuale di sviluppo dell’umanità nella piramide storica lo scopo fondamentale da raggiungere nel più breve tempo possibile: la creazione di un governo mondiale provvisorio, in attesa di quello definitivo quando il corso della storia avrà raggiungo la vetta della piramide. Tale governo dovrà affrontare con energia e risolutezza quei punti fondamentali. Gli Stati nazionali dovranno applicare le decisioni di tale governo provvisorio, in caso contrario dovranno essere isolati dalla comunità internazionale, poiché non cooperanti rispetto alla gestione pacifica della vita umana sulla Terra.

Un nuovo movimento-partito filosofico mondiale, la cui formazione ormai è diventata improcrastinabile, deve farsi carico di promuovere la realizzazione di questo scopo provvisorio. A tale movimento-partito possono e devono partecipare tutte quelle forze politiche, movimenti e partiti, che hanno a cuore in vario modo le sorti dell’umanità. Il movimento-partito filosofico mondiale deve essere sovranazionale e sovra ideologico, esso deve raccogliere tutti coloro che abbiano a cuore le sorti dell’umanità, non solo del proprio popolo e al di là delle differenze ideologiche, religione, economiche e di qualsiasi altro tipo. 
Se il problema ambientale peggiora, viviamo peggio tutti, senza riguardo a nazioni, religioni, ricchezza, età o altre differenze. 

Se un bambino in un qualsiasi luogo della Terra è costretto a lavorare sin da piccolo e non può studiare o addirittura muore per fame o malattie facilmente curabili altrove, non possiamo non soffrire per lui come se fosse un nostro figlio.

Noi persone filosoficamente orientate al Bene generale dobbiamo identificare la nostra felicità con la felicità di tutti i bambini del mondo che dovremmo sentire come nostri figli: potremo sentirci pienamente felici e soddisfatti solo quando anche l’ultimo bambino al mondo avrà abbastanza da mangiare, frequenterà la scuola e potrà trascorrere l’infanzia in famiglia e in un ambiente sano. Finché quest’obiettivo non sarà raggiunto, dovremo sentirci come in guerra. Si tratta di una guerra filosofica, la guerra per il benessere di tutti i bambini del mondo. Questo dovrebbe essere il legame comune che ci unisce attraverso tutte le differenze: quest’obiettivo comune dovrebbe darci la forza di creare il nuovo mondo in unità. Se agiremo sempre insieme e in unità, saremo imbattibili e alla fine, prima o poi, vinceremo. Ma se ci comporteremo come oggi - frammentati in molti movimenti -, la sconfitta sarà inevitabile. I problemi sono giganteschi e solo un’unione degli spiriti delle persone buone, indipendentemente da religione, ideologia politica, popolo di appartenenza ecc. potrà avere qualche possibilità di successo.

Tutti coloro che sentono dentro di sé questa sofferenza che potremmo definire ‘dolore cosmopolitico’, tutti coloro che sentono di amare l’umanità al di là di qualunque confine e differenza dovuta soltanto al caso fortuito della nascita in un luogo o in un altro, sono chiamati oggi come non mai a prendere parte a questo movimento filosofico mondiale. Ormai la nostra coscienza di esseri umani razionali non può più tollerare la stupidità che per il profitto di pochi mette  a repentaglio le condizioni naturali necessarie alla vita tutti né l’ingiustizia schiacciante causata dal fatto assolutamente casuale della nascita.

La stupidità ecologica e l’ingiustizia economica devono essere sconfitte e bandite dal pianeta Terra. Un nuovo movimento filosofico mondiale deve nascere da questa piattaforma e impegnarsi affinché almeno questo duplice obiettivo politico sia raggiunto nel minor tempo possibile. È già tardi per restare con le mani in mano, ma siamo ancora in tempo per muoverci e collaborare tutti insieme, ognuno secondo le proprie capacità, al mondo di domani. 

FUTURO COSMOPOLITICO MONDIALE – STANZE e INTERPRETAZIONI 

Chiunque desideri proporre una ‘Stanza’ sul tema ’Futuro Mondiale’, ci contatti via mail.

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