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1.1.1 L’INTERESSE ORIGINARIO DI HEGEL PER L’ETICITÀ DI UN POPOLO  (22 apr

1.1.1 L’INTERESSE ORIGINARIO DI HEGEL PER L’ETICITÀ DI UN POPOLO  (22 apr

 

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PRIMO STADIO

L’INTERESSE ORIGINARIO DI HEGEL
PER LA MORALITÀ DI UN POPOLO 

(22 aprile 1785 – 24 agosto 1785) 
Fonti principali: Diario, Estratti

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In questo primo stadio, estendentesi dagli inizi del suo sviluppo intellettuale (22 aprile 1785 secondo la documentazione pervenutaci) fino al 24 agosto dello stesso anno, si delinea l’interesse filosofico fondamentale del giovane pensatore. Esso riguarda chiaramente la morale, ossia il modo di vivere degli uomini ed i principi che lo reggono. 

Le riflessioni che Hegel conduce nelle prime pagine del suo diario, che sono anche la prima testimonianza scritta del suo sviluppo spirituale, dimostrano che egli era principalmente interessato al modo di vita delle persone che vivevano nel suo ambiente.  Degli altri due interessi del giovane Hegel documentati nel diario, l’interesse per le lingue classiche greca e latina,  e l’interesse per la ‘storia pragmatica’, nessuno dei due può essere descritto come principale (25):  il primo, perché riguarda più la forma che il contenuto dell’interesse originale, spirituale, di Hegel e solo con lo sviluppo del concetto della naturalità del linguaggio degli antichi nei saggi degli anni 1787-1788 raggiunge un primo status propriamente, filosofico; il secondo, perché è subordinato al principale interesse etico per il modo di vivere degli uomini, poiché lo studio della storia non era per il giovane studioso fine a se stesso, ma serviva alla comprensione della vita degli uomini. Ciò si può ben vedere, tra l’altro, dall’annotazione di diario del 01-07-1785 e soprattutto dal testo molto importante sull’Illuminismo (vedi la terza fase di questa fase).

Mi sembra quindi giustificato definire ‘etico’ l’interesse principale originario di Hegel. Con questo intendo tutto ciò che si riferisca alla vita spirituale dell’uomo, al suo modo di pensare e, quindi, al modo di vivere che, più o meno consapevolmente, ne deriva in ogni individuo.  Nell’estratto Filosofia. Panorama generale del 9-10 agosto 1787 (26),  c’è una definizione di filosofia pratica che può servire come delimitazione concettuale di questo atteggiamento etico di base di Hegel: 

"II. La filosofia pratica comprende tutto ciò che si riferisce alla beatitudine esteriore e interiore dell’uomo....] La teoria morale dell’uomo stabilisce tutti i principi generali che devono essere presupposti in tutte le parti della saggezza pratica del mondo dalla considerazione morale dell’uomo; la legge generale della natura e l’obbligo generale dell’uomo nei suoi confronti; i veri concetti di virtù e vizio, di beatitudine e beatitudine, di ricompensa e punizione naturale, di colpa e innocenza. (GW 3, p.. 117).    "II. Die practische Philosophie begreift überhaupt Alles, was sich auf die äussere und innere Glückseligkeit des Menschen bezieht. [...] Die moralische Theorie des Menschen setzt alle die allgemeinen Grundsätze fest, welche in allen Theilen der practischen Weltweisheit aus der moralischen Betrachtung des Menschen müssen vorausgesetzt werden; das allgemeine Gesetz der Natur und die allgemeine Verbindlichkeit der Menschen dazu; die wahren Begriffe von Tugend und Laster, von Glückseligkeit und Unglückseligkeit, von natürlichen Belohnungen und Strafen, von Schuld und Unschuld." (GW 3, S. 117).  

Questa definizione si adatta molto bene ad esprimere la visione etica del mondo di Hegel in quel momento, poiché contiene molti concetti (beatitudine e beatitudine, virtù e vizio, ecc.) che spesso compaiono nelle riflessioni morali del giovane Hegel, soprattutto in quei primi anni. I termini "filosofia pratica", "teoria etica o morale" o "contemplazione dell’uomo", "visione morale del mondo", "saggezza pratica del mondo", ecc. riflettono esattamente il modo di pensare di Hegel negli anni di Stoccarda.  
Mi sembra quindi corretto usare le espressioni ’moralità’ e ’morale’ per questi primi passi nel pensiero di Hegel come descrizione molto semplice e generale della dimensione del comportamento o dell’azione umana; significati più complessi del termine, come la famosa diffe-renza tra ’moralità’ ed ’eticità’ dal sistema filosofico successivo di Hegel, non sono qui rilevanti. In questo modo si può rimanere direttamente sul piano del pensiero del giovane Hegel, che fondamentalmente non aveva un concetto di moralità più profondo e differenziato di questo, soprattutto nel periodo di Stoccarda.  
Poiché questo interesse etico ha plasmato non solo l’inizio, ma anche il successivo sviluppo di Hegel, come dimostra il presente studio con riferimento al periodo dal 1785 al 1794, deve essere considerato non solo come un interesse originale, ma anche come l’interesse principale del suo filosofare almeno fino all’inizio degli anni bernesi.  
Una designazione dell’interesse principale di Hegel come "morale" è già stata suggerita da Peperzak (1960). Ha ragione quando descrive il principale at-teggiamento filosofico del giovane Hegel come "la vision moral du monde". Hegel era davvero alla ricerca di una nuova etica, e quindi questa interpreta-zione è sostanzialmente corretta. Tuttavia, è unilaterale per due motivi:

- in primo luogo, perché Peperzak con questo termine significa la visione dualistica del mondo alla Kant, che Hegel ha poi trattato in dettaglio nella fenomenologia (pp. XIV-XV). Tuttavia, i testi di Hegel si basano su una visione etica uniforme e monistica;  

- in secondo luogo, perché si oppone alle interpretazioni religiose o politiche (p. XIII) senza assorbirle in sé o, utilizzando il linguaggio della scienza della logica, cancellandole e arrivando così a un quadro completo del giovane Hegel.  

Le annotazioni del diario, in cui Hegel ha espresso più chiaramente il suo principale interesse, sono le seguenti: 

- 01-07-1785 (27):  questa annotazione mostra molto chiaramente come Hegel fosse interessato alla storia, perché credeva di poter capire meglio la vita delle persone: "Una storia pragmatica, credo, è una storia che racconta non solo i fatti, ma anche il carattere di un uomo famoso, di un’intera nazione, i suoi usi, costumi, abitudini, religione [...]".  

- 08-07-1785 (28):  Hegel riflette sul carattere dei sessi e cita alcuni versi di Orazio (29)  per capire il carattere del sesso femminile (ma anche in parte del sesso maschile). La ripetizione letterale del termine "personaggio" e le corrispondenti parafrasi in queste due annotazioni (30) mi sembrano molto interessanti, poiché dimostrano che l’attenzione di Hegel era rivolta in modo molto specifico alla com-prensione del carattere dell’uomo.  

- 9/10/11.07.1785 (31):  in queste annotazioni Hegel critica la superstizione dei suoi concittadini. L’occasione è stata la credenza popolare nel "cosiddetto Muthes Heer" (32). L’annotazione del 07-09-1785 è particolarmente importante, perché è la prima volta che Hegel usa i termini "superstizione" e "Illuminismo" nelle sue riflessioni sul carattere umano. Da quest’annotazione si vede molto chiaramente che Hegel in quel momento guardava il mondo da un punto di vista illuministico convinto e di conseguenza era critico nei confronti di ogni espressione di superstizione. In particolare, egli critica che tra le persone che pensavano di aver visto "Muthes Heer" c’erano "[...] anche persone da cui ci si aspetta più illuminamento e che occupano uffici pubblici". Quest’osservazione dimostra che la critica di Hegel al modo di pensare o di vivere delle persone che lo circondano era diretta contro coloro che non stavano al passo con i tempi illuminati (GW 1, p. 9,9: "O tempora! O mores! Accaduto nell’anno 1785. Oh! Oh! Oh!"). La sua critica non era dunque diretta contro un certo strato della società e non era di classe, anche se è evidente che egli considerasse particolarmente scandaloso che il ceto più alto, quello dominante, fosse ancora superstizioso e non avesse assorbito nulla della nuova visione del mondo illuminista.  

- 30-07-1785 (33):  anche una vecchia edizione di Cicerone (34) è un’occasione per  riflettere sui sentimenti e le intuizioni di persone che erano in qualche modo oc-cupate da questa edizione e che sono state dimenticate dai posteri. Anche in queste riflessioni apparentemente senza senso è evidente la sensibilità di Hegel per la vita interiore dell’uomo e per i destini umani.  

- 22/23/24-08-1785 (35):  in questi giorni Hegel inizia un’indagine sull’argomento: "Qual è in realtà la peggiore confusione mentale che ha portato più disgrazia alle persone - individui e comunità -, alle città e ai campi, agli stati e agli imperi" (36). Che questo sia l’intento di un programma corretto, anche se naturalmente ancora ingenuo, lo si può vedere dall’espressione di Hegel nella seguente frase della stessa annotazione: "Vediamo dunque quale gloria, avidità di oro, arroganza, invidia, disperazione, odio, rabbia e vendetta hanno fatto".  

Che Hegel qui si occupi principalmente della comprensione dell’anima umana o del carattere umano mi sembra al di là di ogni dubbio. Così, l’interpretazione finora perseguita in questo lavoro, che l’interesse originario di Hegel fosse quella di comprendere la vita etica dell’uomo, viene ulteriormente sostenuta. È particolarmente interessante che egli comprenda questo "programma" sia in relazione al singolo essere umano, cioè moralmente, sia in relazione alle "comunità", cioè socialmente o politicamente. Diventa evidente come per Hegel, anche in questa prima fase del suo sviluppo mentale, il punto di vista etico e quello socio-politico formano un’unità che ha il suo nucleo nella comprensione dell’uomo e del suo carattere.  

- 22/23-12-1785 (37):  dopo una lunga malattia Hegel riprende l’esecuzione del suo programma il 12-22-1785: "Molto prima di essere colpito dalla grave malattia, ho cominciato a spiegare, secondo la misura del mio talento, ciò che il male e il bene seguono dalle passioni dell’anima"). Il 22 dicembre ha scritto che aveva già spiegato "così com’è per quanto riguarda l’onore [...]", e poi inizia l’iscrizione del 23 dicembre con le parole: "Vogliamo partire ora per l’avidità di oro e di ricchezza". Ciò conferma che si tratta di una continuazione delle considerazioni morali e sociali iniziate il 22 agosto 1985. L’analogo inizio dell’annotazione dell’11-02-1786: "Vogliamo tornare a questa nostra vecchia impresa per il miglioramento dello stile, che è stata interrotta per un periodo di tempo più lungo [...]" è senza dubbio un’altra prova della continuità dello sviluppo spirituale di Hegel almeno per quanto riguarda il suo profondo interesse per la moralità, per le lingue antiche e per la storia pragmatica. Hegel procedeva così in modo molto sistematico nel perseguimento del suo principale interesse per la comprensione dell’anima umana già da questi suoi primissimi anni.  

Sulla base delle annotazioni del diario sopra elencate, è ora possibile descrivere in modo più preciso l’originale interesse etico principale di Hegel. 
In primo luogo, il pensiero di Hegel era focalizzato sulla comprensione del carattere umano, dell’anima umana. Voleva capire le ragioni che, in un modo o nell’altro, spingono l’uomo ad agire in un modo anziché in un altro. Un buon esempio di ciò sono le sue riflessioni sulla fede e la superstizione e sulla questione del perché questi atteggiamenti spirituali verso la vita spesso conducono anche persone che dovrebbero essere ragionevoli a pensieri e azioni irragionevoli. L’interesse etico di Hegel per l’uomo aveva quindi una componente psicologica in primo luogo, cioè mirava a comprendere la mente umana.

In secondo luogo, voleva elaborare un concetto illuminato dell’uomo che potesse servire da modello per la sua auto-educazione. È molto impressionante il modo in cui Hegel affronta la propria anima nel suo diario e come sia sempre alla ricerca del giusto percorso di vita per se stesso quando legge classici greci e latini, parla con i suoi insegnanti e osserva il modo di vivere degli altri. Il suo interesse etico era quindi allo stesso tempo un interesse educativo, anche se va precisato a questo proposito che in questi primi anni voleva soprattutto educare se stesso a una moralità equilibrata. Quindi era un allievo di se stesso. 
In terzo luogo, le considerazioni di Hegel erano anche socialmente e politicamente orientate.(38) La ricerca di un’etica equilibrata e illuminata era legata alla critica del presente che, a suo parere, non aveva una vera e propria teoria etica razionale.  L’intenzione di Hegel di scoprire una tale etica per se stesso era quindi connessa con il pensiero che questa nuova etica dovesse essere valida anche per gli altri, cioè per la società. L’interesse etico-pedagogico aveva quindi una validità socio-politica allo stesso tempo. 
La comprensione dell’animo umano, l’autoeducazione a un comportamento etico illuminato, equilibrato e saggio, la trasformazione di questo compor-tamento etico in un ideale socio-politico sono quindi le tre caratteristiche principali dell’originario interesse principale di Hegel. 
Tra queste tre dimensioni ci sono relazioni precise e logiche: la dimensione psicologica è il presupposto per le altre dimensioni, perché senza la conoscenza dell’animo umano non è possibile formulare una teoria etica; la dimensione etico-pedagogica è a sua volta il presupposto per la dimensione socio-politica, perché non si può essere un "educatore del popolo" se non si è in grado di educare moralmente anzitutto se stessi.  
La dimensione etico-pedagogica sembra quindi occupare il posto centrale nell’interesse principale di Hegel e quindi svolgere il ruolo più importante come suo principale obiettivo. In relazione ad essa, la dimensione psicologica sembra essere la sua condizione necessaria e la dimensione socio-politica la sua logica conseguenza. Dopotutto, l’obiettivo e l’interesse principale di Hegel non era solo psicologico o puramente socio-politico, ma soprattutto etico-pedagogico: voleva sviluppare per sé uno stile di vita equilibrato e illuminato, e poteva raggiungere questo obiettivo solo attraverso l’autoeducazione, poiché non riusciva ad ottenere dal suo ambiente un modello etico adatto.

NOTE

25) L’espressione ‘interesse principale* richiede una precisazione:
- Rispetto al primo periodo di Stoccarda (fino alla fine del 1786 circa) si tratta piuttosto dell’"interesse principale" di Hegel, poiché nella prima fase del suo sviluppo intellettuale non è ancora possibile identificare nelle sue considerazioni un motivo fisso o una preoccupazione, ma egli si sente attratto dalla conoscenza nel suo insieme. Tuttavia, egli mostra già una chiara inclinazione per certi campi del sapere o delle domande, che si può quindi definire il suo "interesse principale";
- rispetto al periodo che va dalla fine del 1786 circa - inizio 1787 e poi ancora di più al periodo di Tubinga o al primo periodo bernese, si può già parlare di "preoccupazione principale", poiché Hegel nel frattempo è già giunto a una certa questione all’interno del suo interesse principale, la cui soluzione costituisce l’essenza della sua idea giovanile e può essere definita la sua preoccupazione principale in quel momento.
26) GW 3, P. 115 sp.
27) GW 1, p. 5
28) GW 1, p. 8
29) Cfr. GW 1, p. 532, nota a 8,19-21.
30) Nell’annotazione del 15.07.1785, è questa volta il personaggio di Socrate ad attirare l’attenzione del giovane Hegel: "Sono andato a fare una passeggiata con il Prof. Cleß. Sono andato a fare una passeggiata con il Prof. Cleß. Abbiamo letto nel Fedone di Mendelssohn solo così, per così dire, la preparazione o l’introduzione al carattere di Socrate" (GW 1, p. 10,11-13; vedi la nota relativa a p. 533).
31) Cfr. GW 1, p. 8.
32) Cfr. GW 1, p. 532, Anmerkung zu 8,19-21.
33) GW 1, p. 13; la traduzione tedesca si trova in Nicolin, 1970, p.91.
34) Vedi GW 1, p. 537, nota 13,19-20.
35) GW 1, p. 16-17; für die deutsche Übersetzung v. Nicolin, 1970, pp..94-95.
36) Nicolin, 1970, p. 94
37) GW 1, p. 20
38) Questo aspetto della personalità filosofica del giovane Hegel è stato particolarmente evidenziato negli studi di Lukacs (1948) e Busche (1985).

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