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Lezione 4: Teoria dell’io capisco: a. L’oggettività della  conoscenza come verità logica e di fatto

Lezione 4: Teoria dell’io capisco: a. L’oggettività della conoscenza come verità logica e di fatto


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FILOSOFIA PER TUTTI

Lezione 4

Teoria dell’io capisco:
a. L’oggettività della  conoscenza come verità logica e di fatto

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La problematica fondamentale a tale riguardo è quella della verità e della conoscenza, ossia se l’essere umano sia veramente in grado di conoscere il mondo in modo oggettivo. In realtà si tratta di una falsa problematica, in quanto la cono-scenza del mondo da parte dell’essere umano è un fatto, un qualcosa testimonia-to nella vita quotidiana da mille azioni anche semplici, oltre che naturalmente complesse. Per es. se usiamo il sapone per lavarci le mani e queste effettivamente poi sono pulite, ciò si basa sulla conoscenza, in quanto uno o più elementi chimici, presenti nel sapone, producono tale effetto desiderato, il che significa pertanto che noi, grazie alla conoscenza di parti del mondo e della loro azione su di noi, siamo riusciti a pervenire ad un risultato coscientemente voluto. Per fare un es. più complesso, una navicella spaziale che atterra sulla luna è un esempio dello stesso principio, ossia della tecnica come applicazione con successo di co-noscenza del mondo tramite le nostre azioni; un altro esempio è la medicina che nel giro di poco tempo ci fa passare il mal di testa o la febbre. Anche in questo caso, infatti, la nostra azione, ossia l’intervento nei processi biologici del corpo, produce con successo l’effetto desiderato, quindi dimostra che conosciamo il funzionamento di quella parte del mondo che è il corpo umano.

La conoscenza umana del mondo è, dunque, un fatto, non si può mettere in di-scussione, senza autocontraddirsi (non ci si dovrebbe più lavare, vestire, viag-giare, prendere le medicine ecc.). Ma esiste anche un’altra argomentazione, più forte e filosofica, che ci porta a dover ammettere da un punto di vista puramente logico il fatto che noi siamo in grado di conoscere, ossia di comprendere la veri-tà. Se, infatti, sosteniamo l’opposto, ossia che non possiamo comprendere la ve-rità, questa ammissione però di per sé si presenterebbe come una verità, ossia ci sarebbe soltanto una verità, quella appunto che non possiamo conoscere la veri-tà. Ma, se non possiamo conoscere la verità, per qual motivo questa stessa verità dovrebbe allora esser vera? Evidentemente essa per definizione non potrebbe essere vera, in quanto noi secondo questa concezione non possiamo conoscere appunto nulla, tanto meno se esiste o non esiste la verità oggettiva. Dobbiamo, dunque, sostenere da un punto di vista logico che, essendo tale presunta verità scettica della non conoscibilità della verità evidentemente falsa, in quanto si au-tocontraddice da un punto di vista logico, allora la verità è conoscibile, è rag-giungibile. 

Pertanto, la teoria scettica secondo la quale l’essere umano non può conoscere il mondo in modo oggettivo, si autocontraddice anzitutto da un punto di vista reale e di fatto, in quanto poi anche lo scettico compie tutte quelle operazioni che pre-suppongono la conoscenza oggettiva del mondo; essa si autocontraddice poi an-che da un punto di vista ideale e logico, poiché il fenomeno della conoscenza come tale sarebbe secondo questa teoria inconoscibile come tutto il resto, il che renderebbe falsa la stessa teoria scettica, giacché essa stessa atto di  conoscenza.  

In sostanza l’essere umano è, per così dire, condannato alla verità, noi non pos-siamo scappare dalla situazione, in cui ci troviamo, di essere razionali e quindi anche in grado di comprendere il mondo e di pervenire alla verità. Noi viviamo quotidianamente nella conoscenza oggettiva, anzi ci meravigliamo quando qual-cosa non funziona, perché sappiamo – anche gli scettici lo sanno, per quanto in-consapevolmente o consapevolmente non lo ammettono -, che il motivo di ciò è nel fatto che non abbiamo compreso quel fenomeno nel modo adeguato. Pos-siamo però comprenderlo e quindi far poi funzionare quella cosa, quell’oggetto, quel sistema, quel rapporto ecc. 

Il problema dunque non è tanto, allora, se possiamo conoscere il mondo, quindi  pervenire ad una conoscenza oggettiva, poiché che ciò sia possibile, è sicuro sia da un punto di vista reale che logico, quanto piuttosto come mai possiamo farlo e come farlo nel migliore dei modi.

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