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1. Origine e Concetto della Filosofia

1. Origine e Concetto della Filosofia

 

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BREVE STORIA DELLA FILOSOFIA
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1. Origine e Concetto della Filosofia

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1. La nascita della filosofia e il pensiero presocratico

(Filosofia: in greco antico: φιλοσοφία, filosofia, composta da φιλεῖν (phileîn), "amore" e σοφία (sophía), "saggezza", cioè "amore per la saggezza").

La filosofia nasce quando l’uomo si pone per la prima volta la domanda fondamentale che definisce l’essenza della filosofia. L’origine storica e l’essenza di un fenomeno culturale vanno di pari passo. Lo spiega il filosofo italiano Giambattista Vico nel suo libro "La Scienza nuova" del 1744, soprattutto nella Degnità XIV (1744, nel capitolo II Degli Elementi):

 

Natura di cose altro non è che nascimento di esse in certi tempi e con certe guise, le quali sempre che sono tali, indi tali e non altre nascon le cose”.

 

Con tale visione il pensatore napoletano pose le basi per la visione filosofica definita ‘storicismo’.

Da questo punto di vista si può rinvenire l’inizio della filosofia in Grecia VII-VI a. C., quando alcuni uomini iniziarono a cercare l’origine del principio del mondo (archè, ἀρχή) tramite il solo uso della ragione, senza fare riferimento quindi a visione mitologiche e religiose. Sono rimasti pochi frammenti delle loro filosofie, ma tali frammenti sono molto significativi. Provengono da opere scritte che nel frattempo sono scomparse. Esse portavano il titolo "Sulla natura" (περὶ φύσεως, perì phýseōs) e ciò ci consente di comprendere quale fosse l’oggetto delle loro considerazioni, ovvero il mondo esterno, o almeno considerato come tale, dei fenomeni naturali. Questi pionieri della filosofia  si dedicarono alla comprensione della prima causa di tali eventi, di quel principio dell’essere universale che potesse spiegare ogni singolo fenomeno. 

Da queste considerazione preliminari si possono trarre due conclusioni:

A. Prima di tutto, che questi pensatori avevano compiuto un passo logico molto importante nel loro pensiero: essi erano passati dallo studio dei singoli fenomeni, che potremmo identificare oggi nelle scienze specialistiche, alla ricerca di quale potesse essere un principio universale dell’essere che fosse comune a tutti questi fenomeni e potesse quindi spiegarli tutti.

B. La seconda cosa che ci colpisce in tali pensatori e ci porta a identificarli come ‘i primi filosofi’ è il loro rifiuto di una visione religiosa o mitologica e quindi di una spiegazione di questi fenomeni che non fosse esclusivamente razionale. Oggi un tale atteggiamento potrebbe essere definito come la ricerca di una fondazione ultima, cioè come una spiegazione di fenomeni che a sua volta non richieda la spiegazione da parte di un’altra teoria, poiché in grado di spiegare se stessa. Va da sé, infatti, che le spiegazioni mitologico-religiose non godano di un tale tipo di fondazione, bensì richiedano esse stesse ulteriori spiegazioni, il che dà vita poi al ‘dogma’ su cui esse sempre si fondato. La filosofia rifiuta, invece, in linea di principio il dogma e accoglie solo pensieri spiegabili attraverso altri pensieri.

 

2. Filosofia come ‘amore’

Un termine molto importante che è già incluso nella parola ‘filosofia’ è ‘amore’ (φιλεῖν, phileîn). La filosofia non è ‘possesso di conoscenza’, quindi non è il risultato, quanto piuttosto il desiderio di capire il mondo in cui viviamo. È questo desiderio, questa tensione alla verità che è contenuta ed espressa nel concetto greco di ‘filosofia’. Il filosofo non è una persona che sa molto, bensì che ama la conoscenza, che anela a essa, che vive nel desiderio di sapere ogni giorno qualcosa in più rispetto a quel che sapeva il giorno precedente. Egli vive per la conoscenza, è questa condizione esistenziale che lo qualifica come tale, non il risultato che pure evidentemente ci sarà, poiché sarà poi un ‘sapiente’ ossia una persona che ‘sa’, che ha capito. È ovvio, infatti, che la conoscenza si acquisisca durante il processo di desiderio e di apprendimento quotidiano del sapere, ma il processo stesso continua sempre fino all’ultimo giorno di vita, senza mai giungere a un punto in cui il filosofo possa dire: "Adesso so tutto". Il celebre detto dell’oracolo di Delfi, ossia il socratico ‘sapere di non sapere’, esprime molto bene tale concetto.

La filosofia consiste, dunque, proprio in questo processo dello spirito che non trova mai riposo, tale inquietudine non è però qualcosa di negativo, bensì di  costitutivo, essa è l’apertura della vita e dello spirito al mistero del mondo e della vita stessa. È l’espressione di meraviglia, come scriveva Aristotele, che l’uomo prova dinanzi all’essere. Potremmo anche esprimerci così, che è la vita stessa che s’interroga, il mondo stesso che si vuole capire e l’uomo è il mezzo attraverso il quale tale auto comprensione della vita e del mondo avviene.

 

3. I primi filosofi

I primi pensatori che si posero la domanda sul principio ed elaborarono le prime risposte le hanno trovate principalmente in elementi naturali come l’acqua (Talete), l’aria (Anassimene), il fuoco (Eraclito). Un altro pensatore, Democrito, identificò tale principio nell’atomo più di 2000 anni prima che la scienza sperimentale della natura pervenisse a tale concetto. Ciò indica la potenza di questi primi pensatori, che con la sola forza del pensiero pervennero a conclusioni spesso confermate dalla ricerca sia filosofia sia sperimentale posteriore.

Questi 4 elementi (acqua, aria, terra e fuoco) sono gli elementi che ancora oggi riconosciamo come fondamentali alla vita, ma che ovviamente non possono spiegare tutto. Sono, infatti, pur sempre elementi della natura, cioè parti e non il tutto della natura. La loro conoscenza resta quindi sempre parziale, una condizione necessaria, ovviamente, per la conoscenza del tutto della vita, ma non sufficiente.

Altri filosofi di questa prima fase suggerirono, quindi, altri principi fondamentali del mondo e della vita, non sono di tipo materiale, bensì di tipo spirituale o ideale, immateriale.

Anassagora, ad esempio, intese come primo principio di tutte le cose il nous (intelletto, concepito non solo come intelletto umano, quanto piuttosto come mente universale universale). 

Anassimandro credeva, invece, che questo principio fosse l’infinito (àpeiron, τὸ ἄπειρον il senza limite), perché solo esso può essere contrapposto al finito, che è ladimensione logica di tutti i fenomeni naturali, ognuno dei quali ha un limite sia spaziale sia temporale. Il ‘senza limite’ è il contrario del finito, quindi l’infinito, ossia il principio primo di tutto da dove poi gli esseri finiti hanno la propria origine e la propria fine.

Parmenide, ritenne da parte sua che solo all’essere come tale potesse venir attribuita potenza e verità auto esplicativa, quindi dotata di fondazione ultima,  perché, non potendo pensare il non-essere, siamo sempre costretti a pensare qualcosa che in qualche modo sia, quindi ogni nostro pensiero presuppone sempre la predicazione dell’essere. Paradossalmente anche se pensiamo il nulla non possiamo che pensarlo come qualcosa che è, per es. uno spazio vuoto. Anche lo spazio vuoto ‘è’, seppur privo di materia, nondimeno è.

Infine, Eraclito individuò, oltre al fuoco come principio materiale, un principio spirituale del mondo, ovvero il Logos, la ragione universale, che mette in ordine tutti i fenomeni naturali e materiali, causati dal fuoco, tramite una legge degli opposti, la quale assicura che il risultato della lotta tra gli opposti alla fine sia l’armonia.

 

4. Socrate e la ricerca della verità nell’uomo

Questa prima fase della filosofia greca e della storia della filosofia in generale, va dal VI al IV secolo a.C. circa. Tale periodo viene generalmente definito ‘presocratico’ poiché viene interrotto dal pensiero di Socrate, il quale non considerò più la natura come oggetto della filosofia, bensì gli stessi esseri umani in quanto fonte di ogni verità. Con Socrate si aprì pertanto una nuova fase, in cui gli uomini più che alla natura materiale rivolsero le proprie ricerche ai valori umani, quindi ai principi dell’etica, del diritto e della politica. Il suo discepolo, Platone, recupererà poi la ricerca filosofica del primo principio della natura all’interno però di una visione puramente ideale e immateriale, frutto proprio della ricerca socratica e del necessario distacco di questi dalla ricerca ‘sulla natura’.

 

5. Fonti principali per lo studio della storia della filosofia greca

Le seguenti fonti sono essenziali per la ricerca su questi primi filosofi greci:

A. I frammenti dei presocratici. Greco e tedesco di Hermann Diels. A cura di Walther Kranz (diverse edizioni disponibili)

B. Diogene Laerzio: Dalla vita e dalle opinioni di famosi filosofi (diverse edizioni disponibili)

C. Aristotele, Metafisica, Libro I (diverse edizioni disponibili)

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(continua)

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