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2022(7h): È scoccata l’ora della filosofia. Pensieri sul ‘dopoguerra’ russo-ucraino

2022(7h): È scoccata l’ora della filosofia. Pensieri sul ‘dopoguerra’ russo-ucraino

 


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2022(7h)

È scoccata l’ora della filosofia.
Pensieri sul ‘dopoguerra’ russo-ucraino

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Pubblicazione cartacea: no

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Pubblicazione digitiale: sì, qui sotto

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Le analisi di eminenti studiosi come Cacciari. Canfora, Orsini, Ciccozzi, D’Orsi, di Cesare, Rovelli ecc. ecc hanno nel corso delle ultime settimane girato e rigirato la questione della guerra chiarendo in modo ormai inconfutabile che la favoletta, raccontata all’inizio dei buoni e dei cattivi, non sta per nulla in piedi. C’è tutta una storia dietro la guerra in corso, che vede ben altri protagonisti in scena, in primis gli USA e la NATO, i quali hanno preparato tutto quel che sta accadendo oggi, con scopi che solo in parte sono finora emersi. Uno di questi scopi è sicuramente la riconquista della Crimea, come rivelato ultimamente a chiare lettere dal segretario della NATO, Stoltenberg; Biden ha però anche parlato del desiderio USA di ’indebolire’ la Russia, trascinandola in una guerra fratricida di mesi o addirittura anni, di modo che alla fine la Russia da un punto di vista militare e anche commerciale, per via delle sanzioni, non sarà più un competitor degli USA per il dominio del mondo. Resterà solo la Cina che sarà evidentemente il prossimo bersaglio dell’accoppiata USA-NATO.
Ormai questa verità non è più soltanto condivisa tra gli studiosi, com’era già all’inizio della guerra, ma anche da  giornalisti, politici e addirittura, ultimamente, dal Papa, il quale si è ovviamente espresso con un tono più diplomatico e pacato, ma la sostanza è la stessa. 
A questo punto, una volta che le motivazioni profonde della guerra sono state fondamentalmente comprese, e non potendo la ’gente comune’ far nulla per velocizzarne la fine, dovendo pertanto assistere impotenti al martirio inutile sia della popolazione ucraina sia anche dei soldati russi e ucraini nonché alla crisi economica che sta iniziando a colpire tutti e che diventerà, per i paesi più poveri, una vera e propria carestia, occorre che si ragioni già da subito sul dopoguerra, su quel dovrà venire dopo.

A tal proposito abbiamo due possibilità:

1.  La prima è non fare nulla e quindi lasciare che questa logica di guerra, che è fondamentalmente quella novecentesca della spartizione del mondo tra i due blocchi, continui a dominare la storia e quindi a determinare sicuramente altre guerre, vicine o lontane, non si sa, fin quando prima o poi ci sarà quella catastrofica, poiché non si può giocare col fuoco eternamente, senza prima o poi bruciarsi. Ma che ne sarà così della vita dei nostri figli? Anche perché, presi dalla guerra e da questa nuova situazione di tensione internazionale, è ormai venuta del tutto a mancare quella cooperazione, che prima almeno un poco c’era, per la lotta comune a quello che è il vero problema dell’età nostra, la catastrofe ambientale. Dunque, se non faremo nulla, lasceremo, noi gente di una certa età, un mondo ai nostri figli che sarà pericolosissimo sotto la duplice minaccia della catastrofe ambientale e di una guerra prima o poi globale. Di questo dobbiamo esserne coscienti. Questa guerra è solo l’inizio di una situazione a livello internazionale di estrema instabilità, sicuramente peggiore di quella succeduta alla seconda guerra mondiale..
2.  La seconda possibilità è ribellarci a questa insulsa continuazione in una logica di guerra novecentesca, in un mondo globalizzato che ormai ha preso le distanze dalle ideologie e ha capito che né il capitalismo né il comunismo ci potranno mai portare a un’organizzazione politica della vita umana sulla Terra basata sulla pace, sulla cooperazione tra i popoli, sulla lotta comune all’inquinamento e insomma a una vita saggia, in cui tutti possano vivere in modo dignitoso. Questa non è una pia e utopistica idea mia o di qualche altra persona, ma precisamente il programma dell’Agenda 2030 dell’ONU, sottoscritta nel 2015 da tutti o quasi i capi di Stato. Tale Agenda consta di 17 punti per uno sviluppo sostenibile, la cui realizzazione dovrebbe portare nel giro di alcuni anni appunto a una vita dignitosa per tutti gli esseri umani. Ovvio che ciò non sia possibile entro il 2030, ma l’importante è che ci si rimetta su quel cammino, ora del tutto abbandonato. 

Questa seconda possibilità, che è la via della sapienza e non quella della forza (che è invece la prima possibilità), deve essere la via scelta da noi. Essa è la via della filosofia. Se pertanto esimi studiosi di storia (Canfora, D’Orsi ecc.), di antropologia e sociologia (Ciccozzi, Orsini ecc. ), ci hanno spiegato le vere ragioni della guerra in corso, ora deve essere il turno dei filosofi, i quali, in qualità di rappresentanti della sapienza, devono indicare al mondo intero quale debba essere la strada da percorrere per riprendere a realizzare l’Agenda 2030. La filosofia è il solo baluardo che abbiamo contro la forza bruta del potere  e dell’ideologia, che è solo interessata al dominio della Terra e non alla sua condivisione, alla pacifica cooperazione degli esseri umani su quest’unica ricchezza che abbiamo e che dobbiamo proteggere non tanto per noi quanto per i nostri figli. 
Ci sarà bisogno nei prossimi mesi e anni di una vera e propria chiamata alle armi, alle armi della sapienza e  della filosofia, di tutte le persone serie, oneste, sagge per prendere nelle proprie mani la gestione del ‘Bene Terra’. Ormai è evidente che il potere politico ed economico come anche quello delle ideologie non è più in grado di proteggere e gestire tale ‘Bene assoluto’. La guerra in Ucraina non è un episodio dovuto al cattivo di turno, come vorrebbero farci credere, ma una delle tante guerre per il dominio del mondo che da almeno un secolo a questa parte stanno mettendo in pericolo la vita dell’umanità sulla Terra. La politica è arrivata al capolinea: da sola non ce la fa più ad assicurare una vita in sicurezza e dignità sul pianeta Terra.
È scoccata l’ora della filosofia.


 

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