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2. SECONDO PERIODO DELLO SVILUPPO DIALETTICO DEL PENSIERO DI HEGEL (1795-1802)

2. SECONDO PERIODO DELLO SVILUPPO DIALETTICO DEL PENSIERO DI HEGEL (1795-1802)

 

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1795-1802

SECONDO PERIODO DELLO SVILUPPO DIALETTICO
DEL PENSIERO DI HEGEL  

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Il processo di realizzazione dell’ideale etico-religioso:
la formulazione dei concetti dell’assoluto e dell’eticità assoluta

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Considerazioni introduttive: Lineamenti dello sviluppo immanente del pensiero di Hegel dal 1795 al 1802

Il primo periodo dello sviluppo immanente del pensiero di Hegel si chiude tra la fine del 1793 e la prima metà del 1794, momento di stesura degli ultimi testi pervenutici, contenenti le riflessioni del giovane ‘Stiftler’ sulla problematica etico-religiosa a lui cara. Risultato di queste riflessioni è la formulazione dell’ideale della fondazione di una nuova dottrina etico-religiosa naturale, popolare e razionale, la quale possa reinserire l’essere umano nella natura, in primo luogo a livello religioso di ragione e mondo, concependo razionalmente il principio primo del mondo, ed in secondo luogo a livello etico di spirito e materia, concependo in base al concetto della natura umana il senso naturale della vita dell’essere umano nel mondo.
Si è già visto che entrambe le soluzioni tradizionali di questa problematica, la religione cristiana istituzionale e la filosofia illuministico-kantiana, non rispettino a giudizio del giovane tutte le condizioni per un completo reinserimento dell’essere umano nella natura; proprio dalla critica dei lati negativi di tali dottrine e dalla fusione dei loro aspetti positivi Hegel riesce però a comprendere le condizioni che devono essere rispettate dal nuovo principio religioso (popolarità e razionalità) e dal nuovo ideale etico (naturalità).
Al termine di questo primo periodo dello sviluppo del proprio pensiero Hegel aveva appena ventiquattro anni, evidentemente un po’ pochi per fondare seriamente una nuova dottrina etico-religiosa. Egli, infatti, nel secondo periodo compì un’operazione che dimostra la serietà e la profondità del proprio carattere e che ebbe poi un’importanza decisiva per la successiva maturazione come filosofo. Tale operazione gli fornì, infatti, una base concettuale di pensiero speculativo, la quale a sua volta gli permise poi qualche anno dopo di fondare una nuova dottrina etico-religiosa realmente collegata alla storia dell’essere umano e quindi effettivamente adatta a diventare la terza forma di religiosità dell’umanità, dopo la religiosità politeista e quella monoteista (1).
Fino all’età di 33 anni, nel silenzio del suo sturio, Hegel chiese consiglio alla storia dell’umanità su come fondare la nuova religione, quali concetti usare come fondamento e così via. La risposta non tardò a venire: la storia è per l’essere umano quel che la terra è per l’albero: come l’albero affonda le proprie radici in profondità nella terra ed attraverso di esse assimila il nutrimento per poter crescere e fortificarsi, così l’essere umano per fortificare il proprio spirito e crescere intellettualmente e moralmente deve ripercorrere le proprie radici nella storia, alla quale egli è fin dalla nascita saldamente legato, alla ricerca del nutrimento necessario alla propria crescita spirituale.
Quest’operazione di scavo nella storia non solo etico-religiosa, ma anche filosofica dell’umanità alla ricerca dei fondamenti della nuova forma di religiosità fu compiuta da Hegel negli anni 1794-1806. Ciò è documentato per gli anni dal 1794 al 1799 - dedicati principalmente all’approfondimento della storia religiosa - dai numerosi testi e frammenti pervenutici, riguardanti temi (2) quali la vita di Gesù (1794-95), gli aspetti negativi dell’istituzionalizzazione della religione cristiana (1795-96), il destino di tale religione (1797-99). Al 1800 risale, invece, un interessantissimo testo, il cosiddetto “Frammento di sistema”, contenente riflessioni allo stesso tempo religiose e filosofiche. Per gli anni seguenti (1801-1806) - nei quali Hegel si confrontò soprattutto con la storia filosofica dell’umanità -, questo processo è documentato dai diversi scritti e manoscritti del periodo jenese, in particolare dalla cosiddetta “Differenzschrift” (1801), dal saggio “Sulle diverse maniere di trattazione scientifica del diritto naturale” (1802-03), dal “Sistema dell’eticità” (1802-03) nonché dai manoscritti sistematici delle diverse lezioni universitarie, in particolare quelle tenute dal 1803 al 1806, ed infine da alcuni lavori preparatori alla “Fenomenologia dello spirito” (apparsa nel 1807).
Per quanto concerne il contenuto di pensiero, in questo secondo periodo del proprio sviluppo spirituale Hegel compì tre operazioni principali. 
Anzitutto, estrasse dalla massa enorme di concetti, fatti, verità, visioni etc., costituenti la struttura teorica e storica del cristianesimo, l’essenza di questa religione, quindi il nucleo originario fondamentale del messaggio di Gesù, separandolo da ciò che vi era stato aggiunto nel corso dello sviluppo storico successivo (tale processo si svolse dal 1794 al 1797 circa).
In secondo luogo, si dedicò all’espressione in concetti filosofici delle verità fondamentali costituenti tale nucleo ed espresse da Gesù in forma rappresentativa, creando così grazie a quest’operazione i concetti fondamentali del proprio sistema filosofico, ossia l’assoluto e l’eticità assoluta (dal 1797 al 1802/03). 
Infine, nella seconda metà del soggiorno jenese, il filosofo elaborò la prima versione completa, anche se non ancora definitiva, del proprio sistema filosofico, sviluppando in forma sistematica il contenuto concettuale implicito in quei due concetti principali. Così lo sviluppo concettuale del principio logico-meta-fisico dell’assoluto o ‘Logos’ diede luogo alla “Logica-Metafisica” di Jena (1804/05) come prima formulazione della futura “Scienza della logica”, e lo sviluppo concettuale dell’ideale etico-morale dell’eticità assoluta o ‘Ethos’ diede luogo alla formulazione originaria della “Filosofia dello Spirito” (1803/04 e 1805/06). L’unificazione sistematica di entrambi questi concetti e parti della filosofia avvenne tramite l’elaborazione della “Filosofia della Natura” (anch’essa 1803/04 e 1805/06) e infine la ‘chiusura’ del sistema fu resa possibile dall’elaborazione della teoria dello spirito assoluto, la quale mancava ancora nella “Filosofia dello Spirito” del 1803/04 e fu sviluppata da Hegel separatamente intorno al 1805/06 dando vita poi all’intera problematica ed alla pubblicazione della “Fenomenologia dello Spirito” (1807). Quest’opera chiude lo sviluppo cosiddetto giovanile del filosofo ed apre il periodo della maturità. 
Pertanto, anche in questo secondo peri odo lo sviluppo immanente del pensiero di Hegel mostra un chiaro andamento dialettico, articolantesi in tre fasi principali.

Prima fase (1794-1795)

Il giovane filosofo individua nelle rappresentazioni fondamentali del messaggio originario di Gesù (il principio religioso del Dio-amore e l’ideale etico dell’avvento del regno di Dio) il nucleo fondamentale della nuova dottrina etico-religiosa naturale, popolare e razionale, ch’egli è in procinto di fondare.

Seconda fase (1795-1797)

Hegel separa il messaggio originario di Gesù dalla sua trasmissione storica tramite gli apostoli. Egli comprende, infatti, che, mentre il contenuto originario del messaggio di Gesù è eternamente vero, la forma rappresentativa, in cui esso fu espresso da Gesù ed è stato poi tramandato nel corso dei secoli, non è eternamente vera, ma soltanto storicamente adatta ad un certo popolo ed in un certo momento storico del suo sviluppo. Il giovane pensatore distingue, allora, il messaggio originario di Gesù, che costituisce lo ‘spirito’ eternamente vero del cristianesimo e come tale dev’essere conservato nella nuova dottrina etico-religiosa (ma, come vedremo, già nel senso dell’Aufhebung, quindi anche superato), dalla sua forma d’espressione, la quale ne costituisce il ‘destino’ positivo, che dev’essere al contrario definitivamente rigettato.

Terza fase (1797-1802)

Per adeguare la forma storica d’espressione all’eternità della verità del contenuto, Hegel negli anni seguenti trasforma le rappresentazioni etico-religiose del cristianesimo originario nei rispettivi concetti filosofici. Così nascono attraverso diversi stadi e gradi di sviluppo i due concetti fondamentali del suo futuro sistema filosofico maturo, ossia il concetto dell’assoluto come espressione filosofica della rappresentazione cristiano-originaria del principio teologico del Dio-amore e il concetto dell’eticità assoluta come espressione filosofica dell’ideale morale cristiano dell’avvento del regno di Dio.


NOTE

1) Sulla filosofia matura di Hegel - la filosofia dell’idealismo assoluto - come terza ed ultima forma di religione (ovviamente razionale) nella storia dell’umanità, mi sono soffermato nel mio saggio già citato "La Religionsschrift di Kant ed il giovane Hegel" alle pp. 115 ss. (si veda anche il capitolo conclusivo del presente lavoro).

2) Parlo esplicitamente di ’temi’ e non di titoli a proposito dei manoscritti giovanili hegeliani, poiché il più delle volte i titoli ai gruppi di testi sono stati attribuiti dagli editori e non da Hegel stesso. Come risaputo, si tratta inoltre quasi sempre di frammenti e non di testi completi.

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